Prima la preoccupazione, poi la rassicurazione. Emma Bonino, in audizione al Senato, ha commentato il cambio di rotta delle Nazioni Unite sulla possibilità di un intervento dell'Onu nella controversa vicenda dei due marò italiani prigionieri in India.
Contro ogni previsione, la Svizzera dice sì ad un'iniziativa che pone un limite all'immigrazione degli stranieri. Il 50,3% dei cittadini elvetici ha infatti votato a favore di una norma contro “l'immigrazione di massa” che reintroduca tetti massimi e contingenti al libero accesso di nuovi residenti, lavoratori frontalieri e richiedenti asilo politico.
Doveva essere una giornata decisiva, ma è diventato solo l'ennesimo rinvio: la Corte Suprema di New Delhi ha infatti riscontrato troppo divario tra la richiesta avanzata dalla pubblica accusa e la strenua opposizione difesa nel caso di Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, i due marò la cui complessa vicenda sta scatenando una vera e propria crisi diplomatica tra Italia e India, e ha deciso di rinviare al 18 febbraio l'udienza in cui si deciderà la sorte dei fucilieri.
Risuonano le parole di Lakhdar Brahimi, inviato speciale delle Nazioni Unite per la Conferenza di Ginevra 2, che ha dichiarato falliti i negoziati di gennaio perché non hanno condotto all’affermarsi del governo di transizione, né hanno permesso l’apertura di corridoi umanitari sul territorio siriano. di Francesca Pisano
Sulle questioni di politica internazionale l’Italia è più influente. Lo dice un rapporto dell’European Council of Foreign Policy, che classica i paesi europei che si sono dati maggiormente da fare in politica estera.
In una sera d'inverno, profumo di primavera: a tre anni da quella rivoluzione dei Gelsomini che ha scosso i paesi arabi e rovesciato decennali dittature, la Tunisia, con qualche contraddizione, si cimenta nelle prove tecniche di democrazia e approva la nuova Costituzione.
La colonnina segna 20 gradi sotto lo zero, ma la situazione in Ucraina è incandescente: a Kiev e in altre 10 città la protesta europeista, divenuta oramai antigovernativa, appare fuori da ogni controllo e la situazione diventa di ora in ora sempre più tesa in tutto il Paese.
Minaccia a un barlume di pace. E’ questa l’eco che già si propaga in Sud Sudan a tre giorni dalla firma del cessate il fuoco, finalmente conseguito almeno sulla carta, dopo settimane di trattative portate avanti ad Addis Abeba. L’accordo è stato raggiunto il 23 gennaio tra i rappresentanti del presidente Salva Kiir e i delegati dell’ex vicepresidente Riek Machar, attualmente leader dei ribelli. di Francesca Pisano
Quasi cinquanta morti in un giorno, questo il bilancio di sangue che l’Egitto paga in un giorno a tre anni dall’inizio di quel cammino che prospettava un nuovo e libero stato democratico dopo la sconfitta dal basso della dittatura.
“Gli sforzi per risolvere la crisi ucraina in modo pacifico, senza ricorrere al confronto e alla forza, sono vani”: è il ministero degli Interni di Kiev a dichiararlo, dopo una notte di battaglia nelle strade della capitale.
Un anniversario macchiato di sangue, quello che si appresta a vivere l'Egitto. A tre anni esatti dalla “rivoluzione del 25 gennaio” che costrinse l'ex presidente Hosnu Mubarak a dare le dimissioni, il Cairo è stato colpito da 3 violenti attentati che, secondo un primo bilancio fornito dalla tv di Stato, hanno causato 5 morti e 91 feriti.
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