“Io non voglio morire, ma sto morendo, e voglio farlo alle mie condizioni, con dignità”. Così disse Brittany Maynard e così ha fatto, suscitando le inevitabili reazioni, anche in Italia, sul tema dell’Eutanasia e del suicidio assistito, come del resto era nelle intenzioni. In quest'ottica non poteva farsi attendere più di tanto la risposta del Vaticano, che per bocca del presidente della pontificia accademia per la Vita, monsignor Carrasco de Paula ha espresso una ferma condanna del gesto messo in atto dalla giovane 29enne statunitense.
Come se i problemi da affrontare fossero pochi, spesso in Italia le istituzioni amano scontrarsi sul nulla in quanto tale. È il caso, molto dibattuto in questi mesi, delle trascrizioni nei registri comunali ad hoc predisposti dei matrimoni fra persone delle stesso sesso celebrati all’estero: atti meramente simbolici,che in assenza di una norma non hanno alcun valore giuridico, ma rappresentano solo uno strumento dimostrativo e di sensibilizzazione a favore della causa.
In un rapporto pubblicato congiuntamente dalla Missione ONU in Iraq e dall’Ufficio ONU sui Diritti Umani, le Nazioni Unite hanno detto che l'Iraq deve porre fine alla pratica diffusa della pena di morte, che è ingiusta, sbagliata e alimenta solo la violenza che pretende di scoraggiare.
Seguendo il dibattito "Rom, il racconto mediatico tra realtà e stereotipi", tenutosi lo scorso giovedì al Senato nella Sala dell’Istituto di Santa Maria in Aquiro, nel quale si è discusso, con testimonianze dirette, degli sgomberi dai campi nomadi, non si poteva non pensare a come in questi giorni l'illuminazione mediatica sul sindaco di Roma Ignazio Marino sia stata tutta sulla certo meritoria trascrizione nel registro comunale dei matrimoni contratti all’estero da 16 coppie gay, dimenticandosi di tutto il resto. di Ludovica Passeri
- ROM: il racconto mediatico tra realtà e stereotipi (audio da Radio Radicale)
“Quello fatto da Papa Francesco è uno splendido, splendido intervento, completo, serio che sta avendo dalle prime reazioni lo stesso trattamento di regime che ha avuto il Presidente della Repubblica con il suo grande messaggio alle Camere, trattato dalle Camere in quel modo indecente e francamente credo che passerà come un esempio di vergogna definitiva del regime italiano”. Così Marco Pannella ha commentato a Radio Radicale le parole pronunciate ieri da Bergoglio su pena di morte, pene detentive e carceri inumane.
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