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25/12/24 ore

Iraq, per le Nazioni Unite la pena di morte alimenta la violenza nel paese



In un rapporto pubblicato congiuntamente dalla Missione ONU in Iraq e dall’Ufficio ONU sui Diritti Umani, le Nazioni Unite hanno detto che l'Iraq deve porre fine alla pratica diffusa della pena di morte, che è ingiusta, sbagliata e alimenta solo la violenza che pretende di scoraggiare.

 

Il Rapporto documenta che il numero di esecuzioni praticate in Iraq è aumentato sensibilmente tra 2005 e 2009. Nel 2009 le persone giustiziate sono state 124. Dopo una diminuzione nel 2010, il numero di esecuzioni è aumentato tra 2011 e 2013, culminando nelle 177 del 2013. Tra 1° gennaio e 31 agosto 2014 sono almeno 60 i prigionieri messi a morte.

 

Secondo il Ministero della Giustizia iracheno, ad agosto 2014 erano 1.724 i prigionieri nel braccio della morte del Paese. Il numero include i condannati a morte in primo grado, quelli in appello e quelli che attendono di essere giustiziati.

 

"Lungi dal rendere giustizia alle vittime di atti di violenza e terrorismo e alle loro famiglie, gli errori giudiziari non fanno altro che aggravare le conseguenze del crimine; sopprimendo la vita di una persona innocente, si nega una vera giustizia alle vittime e alle loro famiglie", si afferma nel rapporto.

 

Alcuni parenti dei condannati hanno detto che gli era stata offerta la possibilità di evitare la pena di morte se avessero accettato di assumere un determinato avvocato per 100.000 dollari, mentre molte donne detenute hanno detto che erano state condannate al posto di un loro parente maschio.


L’Alto Commissario ONU per i Diritti Umani Zeid Ra’ad Al Hussein e il Rappresentante speciale delle Nazioni Unite per l'Iraq Nickolay Mladenov hanno chiesto all'Iraq di stabilire una moratoria sulla pena di morte.

 

Secondo il rapporto ONU, il punto di vista del Governo iracheno secondo cui la pena di morte avrebbe dissuaso atti di violenza "non sembra avere fondamento dato il deterioramento dello stato della sicurezza negli ultimi anni", per cui le esecuzioni non sono altro che una mera reazione alla violenza. Inoltre, non si capisce come la pena capitale possa scoraggiare estremisti pronti a morire per raggiungere i loro obiettivi.

 

Il rapporto ha anche respinto la tesi del Governo secondo cui la pena di morte gode del sostegno popolare in Iraq. "Una volta informata dei fatti, compreso che non ha alcun effetto deterrente sui livelli di violenza e che rischia di determinare errori giudiziari gravi e irreversibili, è improbabile che la pubblica opinione confermi l’attuale presunto sostegno alla pena di morte".

 

Le Nazioni Unite hanno inoltre invitato la Regione autonoma del Kurdistan a passare dalla moratoria di fatto sulla pena di morte alla sua definitiva abolizione. (fonte Nessuno tocchi Caino news)

 

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