“È chiaro che l'operazione Triton non può e non sostituirà Mare Nostrum. Il futuro di Mare Nostrum rimane in ogni caso una decisione italiana. Triton non influenzerà le responsabilità degli Stati membri nel controllo della loro parte delle frontiere esterne dell'UE, e dei loro obblighi nei confronti della ricerca e soccorso di persone in difficoltà. Sono fiduciosa che l'Italia continuerà ad adempiere ai propri obblighi europei e internazionali e la Commissione europea è pronta a continuare a fornire assistenza europea a tali iniziative”. Così Cecilia Malstrom, commissario europeo per gli affari interni, mette confronto Triton con Mare Nostrum, sottolineando l’importanza di quest’ultima e lasciando intendere la sua imprescindibilità nel salvare vite umane, perché va oltre quelle che sono le funzioni di controllo delle frontiere, perché da appena un anno questa operazione umanitaria, messa in piedi per soccorrere i migranti che arrivano per mare, ha consentito di portare in salvo 140.000 persone, come riportato da Amnesty International.
Triton avrà il ruolo di pattugliare le frontiere d’Europa sul Mediterraneo, fornendo sì assistenza alle imbarcazioni in pericolo, ma con un raggio d’azione sicuramente limitato e non arriverà lì dove si è spinta Mare nostrum, nelle acque internazionali, fino a inoltrarsi a ridosso delle coste della Libia. In tal senso, non sarà in grado di portare avanti il soccorso e l’azione di salvataggio di vite umane che ha caratterizzato l’azione di Mare Nostrum.
Per questo l’efficacia dell’operato della nuova operazione, che partirà il prossimo 1° Novembre, dipenderà dal supporto che gli Stati membri dell’Ue le forniranno: Francia Spagna e Germania si sono dichiarate dalla parte di Frontex Plus, e quindi di Triton, ma non tutti gli altri Stati riconoscono le acque del Mediterraneo come propria frontiera, oltre che come frontiera d’Europa.
Al fine di superare questi limiti, Frontex ha invitato i Paesi membri a mettere a disposizione due velivoli fissi di sorveglianza, tre vascelli di pattugliamento e sette squadre di funzionari da impiegare nelle fasi di elaborazione/raccolta di informazioni e selezione/identificazione degli obiettivi. Da parte della Commissione è stata manifestata positività rispetto alla risposta che i componenti d’Europa saranno in grado di dare concretamente.
Eppure, anche in termini di numeri, Triton metterà a disposizione un budget mensile di 2.9 milioni di euro, appena un terzo di quanto viene speso da Mare Nostrum per affrontare la stessa emergenza. Vista così questa cordata europea di Frontex ha dei contorni troppo indefiniti, e che per nulla si conciliano con l’incalzare degli sbarchi e le condizioni sempre più allarmanti vissute nei Paesi da cui provengono i flussi di persone.
Anche ricercando sul sito del Ministero dell’Interno, però, balza agli occhi questa frase: “Triton sostituirà Mare Nostrum”. Ad annunciarlo a Lussemburgo è stato proprio il Ministro Angelino Alfano in occasione della riunione del Consiglio di Giustizia e Affari interni dell’UE che si è tenuta durante la scorsa settimana. Pur dichiarando infatti che l’Italia non verrà meno al suo dovere di soccorrere in mare i migranti, secondo quanto previsto dal diritto internazionale della navigazione, Alfano sottolinea il fatto che Mare Nostrum “era un’operazione a tempo, nata dopo la tragedia di Lampedusa come misura di emergenza...che sarebbe finita quando l’Europa avesse fatto la propria parte”.
Quanto affermato suona in contrasto con le parole della Malstrom e con la capacità dell’Ue, sinora manifestata, di farsi carico di questa situazione che appare sempre più insicura e rischiosa, ogni giorno per centinaia e centinaia di persone.
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