Più di due milioni a Parigi, quasi un milione nelle altre città della Francia. Così il popolo francese ha voluto manifestare la sua volontà di lottare contro la violenza e contro gli attacchi alla libertà. Dopo la tragedia del massacro alla redazione del settimanale satirico Charlie Hebdo e la drammatica sequenza di scontri mortali che hanno visto la morte degli assalitori assassini, oltre che di vittime innocenti e di forze dell'ordine, la Francia tutta ha voluto testimoniare la propria determinazione a non cedere all'aggressione dei fondamentalismi.
Tra il 1 e il 6 gennaio 2015, ventuno prigionieri sono stati giustiziati in diverse città iraniane, di cui tre in pubblico. Il 1° gennaio, un uomo di 38 anni, identificato come A. Azizi, è stato impiccato nella prigione di Qazvin, ha riferito l'agenzia di stampa iraniana FARS. Era stato arrestato insieme alla moglie e alla figlia di 18-anni mentre trasportava 2.967 grammi di eroina. L'uomo è stato condannato a morte, mentre la moglie è stata condannata a 15 anni di carcere.
Raif Badawi, fondatore di “Free Saudi Liberals", un forum ideato per discutere del ruolo della religione in Arabia Saudita, è stato flagellato pubblicamente il 9 gennaio. Amnesty International ha ricevuto informazioni che il blogger è stato frustato in pubblico dopo la preghiera del venerdì di fronte alla moschea di al-Jafali a Gedda in Arabia Saudita.
Promessa è stata fatta e l’Europa si prende l’incarico di affrontare la questione migranti combattendo lo sfruttamento di esseri umani praticato dai trafficanti e lavorando per adottare una politica dell’immigrazione. I rinnovati buoni propositi sono stati confermati da Dimitris Avramopoulos, il nuovo commissario all’immigrazione dell’Ue che, in risposta a quanto accaduto negli ultimi giorni a bordo delle navi Blue Sky M. e Ezadeen, ha parlato della necessità di “un’azione risoluta e coordinata di tutta l’Unione” che potrà realizzarsi con “l’impegno e la determinazione”. di Francesca Pisano
Dal settembre 2013 è depositata alla Camera dei Deputati la proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia e il riconoscimento del testamento biologico, accolta dal desolante disinteresse di tutti i gruppi politici e da un “singolare silenzio” che, come ha ricordato il Professor Stefano Rodotà in occasione del convegno “La dignità nel morire. Fine vita, eutanasia e testamento biologico", è il “benvenuto”, purché serva a scongiurare il pericolo di proposte di legge “sgrammaticate e indegne” come avvenuto nel passato. di Ludovica Passeri
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