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24/02/25 ore

POLITICA

M5S-Lega, ma la pacchia è finita per loro

A pochi giorni dall'insediamento del nuovo governo è un tourbillon di proclami, come se si fosse ancora in campagna elettorale. Non poteva essere altrimenti. Per i fatti ci vuole tempo e non si possono pretende immediati miracoli, benché siano stati promessi oltre ogni ragionevole misura.

Banalmente Conte

“92 minuti di applausi”, per dirla con Fantozzi, intervallati dalla rigorosa enunciazione delle buone intenzioni: ora più incisiva e convinta, quando si è trattato di manifestare, ahinoi, l'anima giustizialista e manettara del governo; ora ambigua ed equivoca, a proposito di Europa e migranti; ora fumosa e superficiale, nella parte dove non è chiaro il “chi paga”.... di Antonio Marulo

Immigrazione e Flat tax, i primi segnali di “cambiamento”

Aspettando i fatti, i primi giorni del “governo del cambiamento” sono stati – come prevedibile – l'occasione per prolungare la campagna elettorale, anche in vista della tornata amministrativa di domenica prossima. Il fronte bicefalo grillo-leghista si è così diviso i temi e le piazze, per ribadire i concetti ormai noti e cari ai rispettivi elettorati. Tuttavia, tra una propaganda e l'altra, sono emersi i primi segnali concreti di cambiamento, quello sì, rispetto alle favole raccontate.

Cottarelli, il governo della sfiducia

Lo stato dell'arte di questa infinita e impazzita campagna elettorale, in cui tutto e il contrario di tutto viene detto e fatto, e la realtà è l'insieme contraddittorio di opinioni modificabili a gentile richiesta...

Giuseppe Conte, fine della storia sui premier non eletti

Più che “uno vale uno”, è “l'uno vale l'altro”. L'importante che al centro ci sia il programma come da “contratto”. In quest'ottica, Giuseppe Conte, illustre sconosciuto della politica, pare sulle prime rispecchiare l'identikit del premier che viene incontro alle esigenze contrastanti di Di Maio e Salvini.

Lega e 5 Stelle, per fortuna c'è l'Unione Europea...

 Diciamolo pure, hanno stancato. Non se ne può più, dopo 70 giorni in cui i protagonisti del “cambiamento” non hanno fatto altro che confermare la loro propensione innata a raccontarci balledi Antonio Marulo