Approvato il “decreto dignità”, il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico ha finalmente la sua bandierina da sventolare in questo scorcio d'estate che rimane. La modalità è sempre la stessa: da propaganda elettorale permanente, come piace ai due vice-premier.
Fino alla ripresa autunnale bisognerà rassegnarsi all'idea: sarà un profluvio di proclami, tra feste di partito e sagre di paese. Ci verrà spiegato cosa è stato fin qui fatto e cosa si farà. E poco male se la si pensa in modo differente su alcuni nodi cruciali che sono già venuti al pettine.
In primis sull'approccio alle grandi opere. Da una parte il m5s e la sua retorica da sotto-sviluppo, dall'altro la Lega di Salvini alle prese con i malumori del Nord produttivo. Alla fine, dice Di Maio, si troverà un accordo. Nel caso, bisognerà capire chi ne pagherà il prezzo maggiore.
Alessandro Di Battista teme per la piega che potrebbe prendere la vicenda e per questo ha chiamato, per quel che vale, all'ordine i suoi: perché “il Movimento deve fare il Movimento, ribadendo i ‘No’ sani che abbiamo detto”, sui quali “abbiamo preso i voti“.
Le posizioni dei due alleati di governo sono diverse, se non opposte, sul Tav e sul Tap, ma c'è anche la questione Ilva di Taranto che non lascia tranquilli. In proposito Di Maio ha per un verso avviato le procedure per annullare la gara di assegnazione incardinata dal predecessore Calenda, ma nel contempo ha chiesto all'Alcelor Mittal proposte migliorative su ambiente e occupazione, quanto mai necessarie per far digerire alla base la mancata chiusura degli impianti, diversamente da quanto promesso fino al 4 marzo.
Non va trascurata, poi, la Rai. Sulle beghe legate al cavallo di Viale Mazzini storicamente le forze politiche hanno sempre dato il peggio. Con i giallo-verdi se cambiamento c'è stato almeno fin qui non è certo in meglio. Lo stallo sul nome del presidente designato e poi bocciato in commissione di vigilanza resta. Alla fine anche sul punto andrà trovato un accordo.
Ma intanto è tempo di vacanza. Si va tutti al mare a fare campagna elettorale... (red.)
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