Sul suo conto per ora si è detto: sembra Padoan. Il che può risultare un insulto o un complimento a seconda dei punti di vista. In un'ottica grillo-leghista senza dubbio si tratta di una grave offesa; mentre al diretto interessato potrebbe infastidire l'accostamento se non altro per una sana rivalità tra professoroni.
A ogni buon conto, Giovanni Tria, dopo l'audizione alla Camera, ha voluto sgombrare il campo da euivoci, rimarcando - intervistato da Bloomberg - la “discontinuità” con il passato, che “non sarà sul livello del deficit ma piuttosto sul mix di politiche".
Pertanto, “il reddito di cittadinanza e il taglio delle tasse procederanno "di pari passo", perchè "sono necessari a cambiare il sistema e supportare la crescita economica"..., la quale “deve venire dalla graduale attuazione del programma di governo"; non di certo – aggiungiamo - rincorrendo le frenesie dei due vicepremier ribadite a ogni occasione. Non ultima, quella avuta da Luigi Di Maio, intervistato dalla Stampa, per ripetere il mantra del “reddito di cittadinanza subito”.
Magari di pari passo, per l'appunto, con il sedicente “smantellamento” della legge Fornero, malgrado i numeri sembrerebbero offrire pochi margine di manovra, se è vero che solo per la cosiddetta quota 100 – scrive il Sole24Ore – servono 8 miliardi.
In proposito, capitan fracasso Salvini non vuole sentire ragioni. Nella singolar tenzone con Tito Boeri sulla cruda realtà dei conti Inps ha financo espresso il dubbio che il presidente dell'Inps non viva su Marte: un pianeta, in vero, che certe volte il titolare del Viminale dimostra di conoscere bene. Speriamo che la cosa non valga pure per Tria. (red.)
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