Alla fine pagherà – come sempre - Pantalone? A dare credito alle parole del ministro dei trasporti Graziano Delrio, se “qualcuno si è convinto che ci sarebbe stato l'ennesimo salvataggio pubblico”, si è sbagliato di grosso, perché “indietro non possiamo tornare”. Ma...
Una legge elettorale anima il dibattito politico in queste ore. Ma non è l’Italicum, è la cosiddetta manovra finanziaria 2016/2017, annunciata all’ingrosso e senza dettagli da Matteo Renzi, che mai come questa volta potrebbe aver operato in funzione dell’appuntamento referendario di dicembre; il che, in linea di principio non dovrebbe meravigliare, visto il rischio che corre il premier di non mangiare quest’anno il panettone a Palazzo Chigi. di Antonio Marulo
Si è sempre “terroni” di qualcuno. Lo sanno anche gli abitanti del profondo Nord d’Italia al confine con la Svizzera. Lo sanno perché da sempre, quotidianamente, sono costretti a sopportare la malcelata spocchia dei ticinesi (a loro volta terroni dei cantoni svizzeri franco-tedeschi); lo sanno, a maggior ragione, dopo l’esito del referendum col quale si è chiesto di dare una frenata alla spola transfrontaliera dei circa 60mila lavoratori italiani. di Antonio Marulo
È passata un po’ in sordina, sovrastata dalle beghe referendarie ed elettorali, la notizia sull’approvazione della riforma del Terzo settore. Attesa da anni, era diventata priorità nazionale imprescindibile dopo il caso di mafia capitale, che aveva scoperchiato, a beneficio del grande pubblico, il vaso di pandora del cosiddetto non profit, facendo emergere alcune delle possibili distorsioni nel variegato mondo della “solidarietà”. Su queste pagine ne scrivemmo tempo fa a proposito di un interessante libro di Giovanni Moro, sottolineando i punti critici che si celano in quel magma indistinto cresciuto a dismisura negli ultimi decenni con un giro d’affari di tutto rispetto. di Antonio Marulo
Per i 2 anni di Governo Matteo Renzi ha deciso di dare i numeri. Lo ha fatto da par suo attraverso il medium che predilige, il social network, e con lo strumento che è più congeniale alla sua mirabile narrazione: la slide. Per la precisione 25, nelle quali viene snocciolata in numeri la cavalcata trionfale delle prime due stagioni a Palazzo Chigi. Il metodo è quello del confronto: ieri male, oggi bene o meglio. Questa almeno è l’opinione, come è logico che sia quando si tratta della matematica dei numeri in politica, per giunta scelti ad hoc, senza troppe spiegazioni ma tanti slogan.
Carta vince carta perde, nessun trucco signori, l’asso vince. Ancora oggi, per esempio a Napoli nelle zone popolari adiacenti la stazione centrale, si formano capannelli di persone attorno a un tavolino prêt-à-porter per il mitico Gioco delle tre carte. E si fa fatica a credere che esista ancora chi cede alla tentazione della fregatura accertata e conclamata con abile destrezza. Fatte le dovute differenze e le opportune proporzioni, la vicenda dei malcapitati obbligazionisti delle banche popolari, salvate per decreto dal fallimento, allo stesso modo fa pensare e fa chiedere come sia possibile oggi rivendicare il "maltolto" per un investimento consigliato e venduto - ancora nel 2015, anno del signore - come “sicuro”. di Antonio Marulo
Ma quanti sono i cosiddetti esodati? A tre anni dall’approvazione dell’odiata legge Fornero, il numero dei malcapitati over 50 rimasti fregati, senza lavoro e senza pensione, resta un mistero che s’infittisce.
Si aprono le porte, arrivano gli spifferi; e all’Inps con l’operazione voluta da Tito Boeri circola una brutta aria anche per i sindacati, da sempre interlocutori privilegiati e ben voluti dell’Istituto, come sanno coloro che hanno attraversato anche per caso i corridoi della sede centrale al quartiere Eur di Roma. di Antonio Marulo
"Nelle conclusioni del loro Congresso, le Fondazioni bancarie chiedono di pagare meno tasse e si impegnano a 'seguitare ad operare secondo canoni di trasparenza, indipendenza, responsabilità e terzietà soprattutto rispetto ai poteri politici, economici e di ogni altra natura'. Se non fosse vero sarebbe da non crederci"...
Negli ultimi tempi la Corte Costituzionale è diventata, col suo fare maldestro, una mina vagante piazzata sotto i conti dello Stato. La sentenza che ha infatti intimato di restituire il maltolto ai pensionati, per il blocco dell’adeguamenti annuali al costo della vita, ha creato un problema di non poco conto al Governo, che dovrà porvi in qualche modo rimedio, mentre all’orizzonte si profila un altro caso simile, ma dal peso specifico più consistente.
"Siamo alla canna del gas…”. La risposta di Romano Prodi, intervistato da Aldo Cazzullo sulla crisi greca, fotografa una situazione che si fa tanto più concreta quanto più si prova a esorcizzarla. In gioco c’è l’irreversibilità del processo di unificazione monetaria come caposaldo dell’intero progetto europeo, messo a dura prova dalla crisi economica e dalle strategie poco lungimiranti per uscirne, che fin qui non hanno tenuto in debito conto i cambiamenti epocali del contesto economico e sociale.
Come previsto dopo l'accordo con gli arabi, Alitalia dice addio a Air France-Klm. Ognuno andrà per la sua strada, liberamente concorrenti in un mercato dove Etihad, attraverso il vettore italiano, vuole aprirsi spazi sempre più ampi. In tale logica ciò che fu stipulato circa cinque anni fa con l’ultimo capolavoro fallimentare in ordine di tempo tra l’allora Alitalia Cai e le compagnia franco-olandese non ha più ragione d’essere. Ammesso che l’abbia mai avuta per gli interessi nazionali, visti i risultati, per giunta annunciati dai più, propaganda a parte, già a suo tempo.
"Da quando siamo al governo l'operazione costante è di riduzione delle tasse" ha rivendicato il premier Matteo Renzi ieri alla presentazione delle linee guida del Def (Documento di economia e finanza). Non dice la verità, con evidenza, sapendo di non dirla... di Ermes Antonucci
Ripresa sì-ripresa no. Se si vuole dare una risposta alla domanda, non paga di questi tempi seguire passo dopo passo i dati snocciolati sui vari fronti dell’economia, perché l’uno sembra andare in controtendenza rispetto all’altro, prestandosi alle più svariate e strumentali interpretazioni a uso e consumo della polemichetta politica quotidiana.
In fondo ciò che conta è che “cuore e testa resteranno nel nostro Paese”… Messa così, Marco Tronchetti Provera quasi ci convince della bontà dell’ultimo suo capolavoro che consentirà a l’ennesimo gioiello di famiglia di finire in mani straniere. Nel caso di Pirelli si tratta dei cinesi di ChemChina, che renderanno più “globale” il marchio, in questo modo confermando tuttavia come le nostre gloriose imprese riescano a farsi largo e aprirsi pienamente ai mercati internazionali solo perdendone la nazionalità. di Antonio Marulo
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