Checché ne dicano gli anti-europeisti convinti, anche nostrani, sui presunti vantaggi britannici all’indomani della Brexit, stare con un piede dentro e uno fuori dall’Unione Europea ai sudditi della Regina Elisabetta conveniva, eccome.
Con la Brexit, le certezze d’oltremanica che nulla ci fosse da temere, anzi, stanno infatti via via venendo meno e il rischio che Londra perda il suo ruolo di capitale finanziaria globale è sempre più fondato.
Come riporta Repubblica – “è di questa settimana la notizia che JP Morgan Chase trasferirà 400 dipendenti a Francoforte o Dublino, primo passo di un trasloco che potrebbe vedere il numero di persone trasferite dalla banca americana salire a 2000. La Morgan Stanley progetta di trasferirne 1000 a Dublino o Francoforte. La Deutsche Bank ha già fatto sapere che 4 mila dipendenti della sede di Londra andranno a Francoforte. La svizzera Ubs ne sposterà 1500 a Francoforte. E poi ci sono le banche nazionali: la Hsbc si preparra a mandare 1000 dipendenti a Parigi; la Barclays, 150 a Dublino; il Lloyds Banking Group, 300 a Berlino; le assicurazioni Lloyd’s, 300 in Lussemburgo”.
Insomma, un esodo di massa a cui prenderà parte anche Goldman Sachs, una delle più grandi banche americane, che ha confermato il trasferimento di “una parte dei suoi dipendenti da Londra a una sede sul continente europeo, se i negoziati sulla Brexit non offriranno all’industria finanziaria basata sotto il Big Ben le stesse condizioni di cui gode adesso”.
Il premier britannico su questo ci conta, ma probabilmente ha fatto male i conti. Almeno così si spera. (red.)
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