Tre metri sotto il ponte, sull'argine, lambiti dalle acque della memoria. O dentro un museo: 'Amore e ruggine', spiegherebbe la guida elettronica ai nostri nipoti, 'mostra dedicata al più grande simbolo dell'amore all'inizio del XXI secolo: il lucchetto'.
Se è vero che in Italia, come altrove del resto, le elezioni si vincono prima ancora che conquistando nuovi voti, dividendo lo schieramento opposto, allora Bersani quando ha definito “fascista” Beppe Grillo lo ha fatto a ragion veduta.
“Ma una donna può giocare a rugby?” è una delle domande più inutili che abbia sentito, e che continuo sovente a sentire, sul mondo della palla ovale; la risposta che ho sempre dato a questa inutile domanda è: “le donne non possono giocare a rugby, le donne devono giocare a rugby”.
L’avvelenamento dei pozzi operato dal sistema informativo italiano inquina le menti di ciascuno. Insinuazioni e allusioni corrompono la dialettica fra opinioni diverse e capita così che anch’io finisca per godere di come Massimo Bordin, sul «Foglio», ridicolizzi le manie tramarole di Travaglio a proposito dell’accordo fra Stato e Provenzano.
Leggo sul «Corriere della sera» del 31 agosto l’intervista a Francesco Messineo, procuratore di Palermo. Nell’intervista a Felice Cavallaro, dichiara - riferendosi alla vicenda del presunto scoop di «Panorama» sulle intercettazioni a Napolitano - che la Procura “difficilmente avrebbe usato un settimanale come «Panorama», pur legittimamente, mai molto tenero con la stessa”.
Il cardinale Martini è in fin di vita e ha rifiutato l’accanimento terapeutico. La notizia circola dalla prima mattinata su tutti i media, ma i lettori di Avvenire non hanno diritto di sapere.
Al «Fatto quotidiano» devono aver cambiato il detto latino in questi termini. Stupisce infatti che quando sono in tv i suoi editorialisti si prodigano a calare di molto i toni degli articoli stampati.
Venerdì prossimo prenderanno il via i campionati europei di rugby per club Rabodirect Pro12 (la fu Celtic League) e i preparativi sono ormai febbrili, nel sistemare gli ultimi accorgimenti in vista dell'esordio. L'Italia, che di pane e rugby è sempre più ghiotta, presenterà la corazzata trevigiana, quella Benetton Treviso che rappresenta ormai storicamente l'avanguardia nazionale rugbystica (basta farsi una passeggiata tra gli impianti per rendersi conto di come, a Treviso, il rugby sia roba seria) e il nuovo esperimento delle Zebre.
Nelle grandi manovre pre-voto del Pd, si trascura un fatto essenziale. È tutto un preoccuparsi di come tenere insieme Vendola con Casini, ma nessuno sembra curarsi del fatto che bisogna prendere i voti – probabilmente in libera uscita – prima incamerati dal Pdl.
Mi è stato chiesto “perchè il rugby non è sport olimpico?”. La risposta è stata semplice: “perchè ci vediamo a Rio2016”; solo dopo (ho bisogno di tempo, d'altronde ho giocato in prima linea) ho capito che non era una risposta. Il rugby a 15 è già stato sport olimpico, di più: addirittura Pierre De Coubertin ha voluto con forza l'introduzione della palla ovale nei giochi del 1900, 1908, 1920 e 1924 ma non solo.
Domanda: “...A chi vuoi più bene a mammà o a papà?” Risposta “a Pippo Baudo”. È una scena di un imbarazzante film degli anni '80 che dava comunque la misura della popolarità dell’allora re indiscusso della tv “nazional-popolare”. A quei tempi un Baudo alle elezioni avrebbe avuto il suo perché e il suo successo di preferenze.