Nelle grandi manovre pre-voto del Pd, si trascura un fatto essenziale. È tutto un preoccuparsi di come tenere insieme Vendola con Casini, ma nessuno sembra curarsi del fatto che bisogna prendere i voti – probabilmente in libera uscita – prima incamerati dal Pdl.
Rimasti per lo più delusi dalla non-politica berlusconiana, quegli elettori attendono un segnale che risponda alla soluzione della “questione liberale”. Gli slogan meno Stato più mercato, società contro corporazioni, sono rimasti tali in Italia e attendono di essere concretizzati.
Se il Pd non comprende di doversi far carico di questo, si condanna a raccogliere la solita percentuale che la sinistra ha sempre ottenuto dal 1948 a oggi: più o meno il 35%. Meglio prevedere una eventuale (ma nemmeno tanto scontata) defezione di settori della Cgil o dei palasharp, che non lasciarsi scappare qualcosa come 4 milioni di voti provenienti dal campo tradizionalmente opposto.
Basterebbe un impegno chiaro nel senso della riforma della giustizia…