'Toglietemi tutto, ma non la mia supremazia di maschio'. E obbedire ad una donna è quanto di più umiliante possa capitare ad un prode difensore del potente cromosoma Y, soprattutto se il Dna in questione è altamente contaminato da quei pericolosissimi agenti esterni chiamati 'convinzioni religiose'.
Perciò, in barba alla crisi, un facchino musulmano del prestigioso hotel Danieli di Venezia ha deciso di rassegnare le dimissioni perchè non poteva più sopportare di ricevere ordini dal suo diretto superiore: la governante. Esposta la sacrilega questione alla direzione dell'albergo, l'uomo si è sentito rispondere che non si poteva di certo far fuori una persona che in quel posto lavorava diligentemente da anni.
Così, sacco in spalla e virile orgoglio salvaguardato, l'uomo, originario dell'Egitto, si è messo alla ricerca di un nuovo lavoro, magari in un posto meno illustre, ma non così altamente irrispettoso della sua tramandata e indiscussa sovranità. Ma, ahinoi, lo spread vola, l'euro affonda e la grande depressione incombe, per cui il figliol prodigo si è visto costretto a bussare nuovamente alla preziosa porta dell'hotel.
Qui, probabilmente grazie alla buona reputazione di cui godeva il giovane, si è deciso di riassumere l'ex dipendente. Non solo. In nome della nuova dea 'Integrazione', è stato inoltre stabilito che, durante i suoi turni, la governante verrà affiancata da un collega maschio che provvederà a comunicare lui stesso al facchino, da pari a pari, gli ordini precedentemente impartiti dalla donna.
Una sorta di telefono senza fili, insomma, per non essere costretti a tollerare oltremodo la peccaminosa gerarchia, una 'mediazione' di cui sembrano esser tutti soddisfatti. Tutti, a parte forse la governante, di cui si ignora la reazione. Probabilmente perchè la donna sarà momentaneamente impegnata a scegliere quale gradazione di nero si addica di più al suo nuovo burqa.