Nel suo articolo su «la Repubblica» Barbara Spinelli esprime tutto il suo sgomento per come in Italia non si veda quello che tutti gli altri vedono: e cioè quanto deleterio possa essere Berlusconi. Resta l’incomprensione profonda del perché egli sia riuscito a ottenere tanto consenso.
Per farglielo capire occorre forse essere il più possibile didascalici. La coalizione di Berlusconi ha vinto nel 1994, nel 2001 e nel 2008 e non ha mai ottenuto meno voti popolari della coalizione avversaria (se si escludono le discusse 21.000 schede sopraggiunte provvidenzialmente nel 2006 dalla Campania bassoliniana) per un motivo semplice.
Sul suo nome si uniscono i voti di socialisti e democristiani della prima Repubblica. Sino a quando non si separeranno questi due elettorati, non c’è storia. Ma per separare gli ex socialisti occorrerebbe che lo schieramento di opposizione a Berlusconi non fosse egemonizzato da «la Repubblica». Sino a quando ciò non avverrà, quei voti rischiano di tornare a versarsi nelle urne come sempre è successo dal 1994 a oggi. Perché ciò avvenga «Repubblica» dovrebbe abdicare al suo ruolo: così forse avverrebbe l’auspicato spacchettamento…