Se è vero che in Italia, come altrove del resto, le elezioni si vincono prima ancora che conquistando nuovi voti, dividendo lo schieramento opposto, allora Bersani quando ha definito “fascista” Beppe Grillo lo ha fatto a ragion veduta.
In fondo, così ha potenzialmente catalizzato sul comico genovese le simpatie di parte degli elettori di centro-destra e, al tempo stesso, ha limitato l’emigrazione dei suoi votanti verso un movimento che risultava loro contiguo e affine per certe tematiche.
Certo sarebbe stato meglio dividere l’elettorato berlusconiano attraendo verso di sé i delusi per le mancate riforme, anziché provare a frazionarlo solleticando le pulsioni del qualunquismo populista…