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19/04/24 ore

EDITORIALI E COMMENTI

Referendum Giustizia: una questione soprattutto politica

Nella generale coltre di silenzio calata dai media di principale impatto sui sei referendum per la “Giustizia Giusta”, sono ben pochi coloro che si sono accorti del loro accoglimento da parte della Corte di Cassazione. Quest’ultima ha potuto risparmiarsi le lunghe procedure di verifica sulle centinaia di migliaia di firme sottoscritte dai cittadini durante l’estate, dopo che nove consigli regionali (Basilicata, Friuli-Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Sardegna, Sicilia, Umbria e Veneto) hanno votato i quesiti presentati dal Comitato referendario e così ora si attende il pronunciamento della Corte Costituzionale, dal quale dipende il giudizio sull’ammissibilità dei referendum e il loro conseguente svolgimento… di Luigi O. Rintallo

Perché i referendum sulla Giustizia sono la linea di demarcazione tra restaurazione consociativa e Stato di diritto

1. La crisi politico-istituzionale italiana ha radici antiche. È parte della crisi dell’Europa e dell’Occidente, che si consuma nell’assenza da decenni di un nuovo ordine mondiale, ma ha una sua specificità che merita di essere interpretata in modo più diretto e preciso. La radice antica di questo stato di cose - lo abbiamo scritto a più riprese su Quaderni Radicali e Agenzia Radicale -  è riportabile a quello che può essere descritto come il ruolo che il Paese ha avuto nel dopoguerra nella logica di quello che fu chiamato il “bipolarismo coatto”. La spartizione del mondo tra le due potenze di allora, gli Stati Uniti d’America e l’Unione Sovietica, portò il Bel Paese ad esser frontiera tra i due blocchi e terreno di scambio da cui maturarono il processo politico istituzionale e il ruolo dei partiti (degenerato poi in quella partitocrazia occupatrice delle istituzioni) che stabilizzò il carattere consociativo della nostra realtà. di Giuseppe Rippa

Il caso Leone: quando il presidente è un ostacolo per il partito del Quirinale. Agenda storico-politica (2)

Molte volte i mandati presidenziali hanno coinciso con crocevia importanti dal punto di vista storico-politico dell’Italia repubblicana. Quasi sempre questi punti di passaggio hanno visto manifestarsi da un lato la consapevolezza della necessità di un mutamento significativo e, dall’altro lato, una pervicace volontà restaurativa con l’obiettivo di non pregiudicare un assetto consolidato di gestioni e relazioni, che in qualche modo finisce per identificarsi con quello che potremmo anche definire, come ripete spesso Giuseppe Rippa, il “partito del Quirinale”. Da intendersi, tuttavia, non tanto come gruppo di forze o persone, quanto di una convergente disposizione di volta in volta calata in apparati e settori che esercitano un indubbio potere condizionatorio. di Luigi O. Rintallo

 

- Verso l’elezione del Presidente della Repubblica. Agenda storico-politica (1)

Verso l’elezione del Presidente della Repubblica. Agenda storico-politica (1)

L’ultima elezione del Capo dello Stato nella cosiddetta prima Repubblica fu quella di Scalfaro. Nel 1992, mentre si era in piena Tangentopoli e sotto lo choc degli attentati mafiosi, fu Marco Pannella  a puntare sull’esponente democristiano presentato come una sorta di Pertini cattolico. In seguito il leader radicale dovette ricredersi, tanto da giungere a promuovere una raccolta di firme per sfiduciarlo dopo le forzature impresse alla dialettica politica dal colle più alto di Roma… di Luigi O. Rintallo

La fine dei partiti e la mancanza di prospettive democratiche

Con il governo Draghi registriamo oggi la marginalizzazione delle forze politiche. Si potrebbe dire che l’emergenza Covid è servita per far emergere in tutta la sua dimensione la crisi di sistema della politica italiana, dove i partiti sono ben lontani dall’esercitare quella funzione di indirizzo che attribuisce loro il dettato costituzionale. Nella sua qualità di esponente di primo piano dell’establishment economico-finanziario che, di fatto, ha soppiantato da tempo la politica, Mario Draghi opera in una condizione ben diversa dai precedenti “tecnici” trovatisi in passato a guidare il governo italiano. Più che a un civil servant ci troviamo di fronte a un commissario non vogliamo dire liquidatorio, ma di certo dotato di un’investitura che trascende gli equilibri interni. di Luigi O. Rintallo

Nucleare, Cingolani: l'uomo che ignorava il grillismo

In questi giorni è tornata centrale la questione nucleare, grazie ad alcune dichiarazioni del ministro Roberto Cingolani che, opportunamente interpretate e travisate, hanno alimentato il consueto dibattito all'italiana sul nulla. Vale a dire sull'ipotesi che in Italia si torni a produrre energia nucleare, così e semplicemente. di Antonio Marulo

Archivio notizie di Agenzia Radicale

é uscito il N° 118 di Quaderni Radicali

"Politica senza idee - La crisi del Partito Democratico"

Anno 46° Speciale Febbraio 2023

è uscito il libro 

di Giuseppe Rippa

con Luigi O. Rintallo

"Napoli dove vai"

Aiutiamoli a casa loro? Lo stiamo già facendo ma male.

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è uscito il nuovo libro 

di Giuseppe Rippa

con Luigi O. Rintallo

"l'altro Radicale
Essere liberali
senza aggettivi"

 (Guida editori) 

disponibile
in tutte la librerie