Il 25 aprile 2020 pubblicavamo su Agenzia Radicale un editoriale nel quale, con le notizie che Anna Mahjar-Barducci ci inviava, provammo a descrivere cosa stava accadendo nella drammatica vicenda della pandemia. In particolare sottolineavamo quanto fosse “… necessaria una prima fotografia di quello che è accaduto nella fase iniziale di questa pandemia. Una ricostruzione forse sommaria, ma che delinea già un quadro di responsabilità, gravissime sul piano mondiale e sugli effetti disastrosi legati a omissioni, falsificazioni, omertà.
Oggi, quando da mesi in tutte le parti del mondo venivano rivelati aspetti terribili proprio sul quadro delle responsabilità, anche - sia pure solo parzialmente - l’omertoso sistema informativo italiano ha iniziato a proporre alcune verità scomode che sono state con spudoratezza occultate all’attenzione dell'opinione pubblica. Quadro di irresponsabilità che definiscono conseguenze economiche, morali e geopolitiche.Basta accennare a soli tre aspetti: Oms, Taiwan, ordine mondiale …”. E ancora quanto fosse stato grave, da parte dell’Oms, aver mancato di fornire una allerta adeguata nella fase iniziale.
In più evidenziavamo come fosse incredibile che questo fosse accaduto nonostante Taiwan avesse provato a segnalare alla stessa OMS (da cui continua a essere paradossalmente esclusa per “ordine” della Cina), con una e-mail che menzionava "polmonite atipica", un termine usato per riferirsi alla SARS, un'altra malattia trasmessa tra gli esseri umani causata da un coronavirus, e come l'OMS aveva deciso di ignorare le preziose informazioni fornite da Taiwan, perché Taiwan non è un membro dell’OMS…!
Anche altri avevano provato, in un ‘informazione piegata comunque all’ufficialità del partito comunista cinese, a far luce a questi fatti. In particolare un articolo di Luca Marfè sul quotidiano Il Mattino ai primi di maggio 2020 ripercorreva i fatti richiamando un fascicolo top secret elaborato da un’alleanza di Servizi Segreti occidentali, i cosiddetti “Cinque Occhi”, quelli di Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Australia e Nuova Zelanda“…trafugato dal quotidiano australiano Daily Telegraph che addirittura bolla la somma degli atteggiamenti del governo di Pechino come una «colossale aggressione alla trasparenza internazionale… Il documento straborda - ribadiva quell’articolo - di iniziali smentite, di plateali falsità e, soprattutto, di chiare responsabilità…”. Il modello cinese era presente nei nostri media, scrivevamo in un’altro articolo sempre su Agenzia Radicale.
Quello che ora stiamo vivendo, la quarta ondata, la variante Omicron si iscrive tutta nella scia della straripante confusione che quella omissione ha creato per un mondo, in particolare l’Occidente, in crisi di identità.
Sicurarmente inquietante è il fatto che il partito comunista, che è poi lo Stato e il potere in Cina, ha oggi la forza di imporre la propria agenda comportamentale nella gestione del Covid. Curioso è il fatto che, privati di una capacità di previsione legata alla mancata informazione e alla iniziale subalternità dell’OMS e del suo massimo dirigente alla Cina, noi oggi facciamo i conti con i ritardi della ricerca, che si cerca di recuperare e con un sistema di garanzie che al vertice del PCC interessa poco.
Basti pensare che per la Cina le obiezioni e le contraddizioni sono facilmente risolte, sia con brutale autoritarismo, sia con pressioni psicologiche che portano alla gogna e agli arresti. Ricordiamo anche un’altro strano fenomeno. Si può parlare di variante inglese, di variante brasiliana, di variante sudafricana, non si può (e nessuno osa farlo) di virus cinese dove l’epidemia è scoppiata! E ancora, siamo passati dalla variante Delta alla variante Omicron (secondo l’alfabeto greco) perché dopo Delta veniva Xi e quindi si offendeva il segretario del PCC…
Lo abbiamo già fatto, ma lo ribadiamo ancora qui: “…Quella cinese è una civiltà piena, una realtà con un pensiero autonomo antico di cinquemila anni. Ma resta indubbio che la nostra cultura è basata su un modello della realizzazione, mentre quella cinese è legata alla propensione. Così che se l’opportunismo ha per noi un aspetto negativo per i cinesi è un adattamento alla situazione data, una vera e propria propensione.
Non si tratta di prefigurare un assurdo scontro frontale. Sarebbe inquietante e pericolosissimo. Ma quello che va cercato è un dialogo che non sia un atto di sottomissione a un disegno che sta stravolgendo la nostra identità e la nostra cultura. Se è l’individuo, la persona, il fulcro del nostro modello culturale e la libertà è il nostro disegno, questo non è proprio della civiltà cinese che non ha nessuna remora nel conculcare la libertà. Il modello, diverso e opposto al nostro, non è la centralità dell’individuo ma la collettività che deve conseguire un risultato anche al prezzo di sacrificare diritti e persone. È questo che vogliamo?”…
Quella che segue è una nota che il Middle East Media Research Institute (MEMRI) ha pubblicato il 5 gennaio 2022 nella quale vengono riassunti i fatti, la loro successione e il comunicato del rapporto del Taiwan Centers for Disease Control (Taiwan CDC) sulla corrispondenza del dicembre 2019 con l’OMS.
Dopo due anni di pandemia, un promemoria che nel dicembre 2019, Taiwan ha avvertito l'OMS del pericolo di COVID-19 proveniente dalla Cina - e l'OMS lo ha respinto
(da MEMRI Middle East Media Research Institute)
Poiché il mondo vive ormai da due anni con la pandemia di COVID-19, va ricordato che la vita e la sofferenza avrebbero potuto essere risparmiate se l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) non avesse respinto l'allarme tempestivo di Taiwan sulla malattia.
Il 31 dicembre 2019, Taiwan ha inviato un'e-mail al punto focale del regolamento sanitario internazionale dell'OMS informando l'OMS della sua comprensione della malattia. L'e-mail menzionava "polmonite atipica", un termine usato per riferirsi alla SARS, un'altra malattia trasmessa tra gli esseri umani causata da un coronavirus.
A metà gennaio 2020, i Centri taiwanesi per il controllo delle malattie (CDC) hanno inviato esperti a Wuhan per comprendere meglio l'epidemia. Sulla base di ricerche preliminari, Taiwan ha stabilito che questa forma di polmonite potrebbe diffondersi attraverso la trasmissione da uomo a uomo.
Ma l'OMS ha deciso di ignorare le preziose informazioni fornite da Taiwan, perché Taiwan non è un membro dell'OMS. In effetti, la Cina ha impedito con successo a Taiwan di aderire all'OMS – dal momento che la Cina considera Taiwan parte del suo territorio – e ha anche costretto l'ONU a confermare la sua posizione.
Quello che segue è un rapporto del CDC di Taiwan sulla corrispondenza del dicembre 2019 con l'OMS, che successivamente ha negato categoricamente che Taiwan l'abbia mai avvisata: [1]
(Fonte: Twitter)
"Taiwan ha stabilito che questa forma di polmonite potrebbe effettivamente diffondersi attraverso la trasmissione da uomo a uomo”
"In risposta alla negazione dell'OMS che Taiwan l'abbia mai avvertita della possibilità di trasmissione da uomo a uomo di COVID-19, il Central Epidemic Command Center rilascia la seguente dichiarazione oggi, 11 aprile [2020]:
1. I Taiwan Centers for Disease Control (Taiwan CDC) hanno appreso da fonti online che ci sono stati almeno sette casi di polmonite atipica a Wuhan, in Cina. In Cina, il termine "polmonite atipica" è comunemente usato per riferirsi alla SARS, una malattia trasmessa tra esseri umani causata dal coronavirus.
(Fonte: Twitter.com/MOHW_Taiwan/, 11 aprile 2020)
2. Grazie alla sua esperienza con l'epidemia di SARS nel 2003, Taiwan ha tenuto costantemente traccia delle informazioni sulla nuova epidemia. Il 31 dicembre 2019, Taiwan ha inviato un'e-mail al punto focale del Regolamento sanitario internazionale (IHR) sotto l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS), informando l'OMS della sua comprensione della malattia e chiedendo anche ulteriori informazioni all'OMS. Data la mancanza di chiarezza al momento, così come le numerose voci che circolavano, l'obiettivo di Taiwan era quello di garantire che tutte le parti interessate rimanessero vigili , soprattutto perché l'epidemia si è verificata poco prima delle vacanze del capodanno lunare, che in genere vedono enormi quantità di viaggi. Per essere prudenti, nell'e-mail ci siamo preoccupati di fare riferimento alla polmonite atipica e in particolare abbiamo notato che i pazienti erano stati isolati per il trattamento. gli operatori sanitari potevano desumere da questa formulazione che esisteva una reale possibilità di trasmissione della malattia da uomo a uomo, tuttavia, poiché all'epoca non vi erano ancora casi della malattia a Taiwan, non abbiamo potuto affermare direttamente e conclusivamente che vi fosse stata una trasmissione da uomo a uomo.
3. Il CDC di Taiwan ha anche contattato il Centro cinese per il controllo e la prevenzione delle malattie nel tentativo di ottenere maggiori informazioni. Tuttavia, in risposta alle nostre richieste, il punto focale dell'RSI dell'OMS ha risposto solo con un breve messaggio affermando che le informazioni di Taiwan erano state inoltrate ai colleghi esperti; la Cina ha fornito solo un comunicato stampa.
4. Anche se Taiwan sospettava fortemente che la trasmissione della malattia da uomo a uomo fosse già avvenuta in quel momento, non siamo stati in grado di ottenere conferma attraverso i canali esistenti. Pertanto, il giorno in cui l'e-mail di cui sopra è stata inviata all'OMS, il governo di Taiwan ha attivato misure rafforzate di controllo delle frontiere e di quarantena basate sul presupposto che si stesse effettivamente verificando la trasmissione da uomo a uomo, tra cui lo screening dei passeggeri sui voli da Wuhan prima dello sbarco. (Ad oggi i morti a Taiwan, dopo due anni dall'inizio della pandemia, sono stati meno di 90 su 24 milioni di abitanti - ndr A.R.)
5. A metà gennaio, il CDC di Taiwan ha inviato esperti a Wuhan per comprendere meglio l'epidemia, le misure di controllo adottate e la storia dell'esposizione dei pazienti. Sulla base di ricerche preliminari, Taiwan ha stabilito che questa forma di polmonite potrebbe effettivamente diffondersi attraverso la trasmissione da uomo a uomo”. (da MEMRI Middle East Media Research Institute)
[1] Taiwan Centers for Disease Control, 11 aprile 2020.
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