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24/11/24 ore

EDITORIALI E COMMENTI

Il ‘continuismo’: la regola della democrazia fittizia

… I fenomeni legati alle tante “emergenze” evocate nel dibattito pubblico sono sempre nati per scaricare aspetti rischiosi – qualunquismo, terrorismo, ribellismo – tenuti sotto osservazione ma al tempo stesso coltivati, perché erano facilmente eliminabili dall’agenda politica. Mentre invece era pericolosissimo il percorso di una democrazia matura, che passava attraverso il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini, che non era la partecipazione eterodiretta dagli input dei vertici politici. Un percorso che prese forma attraverso la battaglia dei diritti civili, con la possibilità di trasferirsi anche sui temi dei diritti sociali ed economici, agendo inoltre sugli stessi modelli formativi della società così da sottrarre i singoli soggetti dall’irresponsabilità parassitaria che è servita a creare i presupposti dell’ammorbamento generale in cui ci troviamo… di Giuseppe Rippa

Gianni Minà, il ricordo di Fabio Viglione

Sono passati oltre venticinque anni dalla prima volta che ho avuto il piacere di conversare con lui che, all’epoca, dirigeva Tuttosport ed era amico del mio maestro, l’avvocato Vincenzo Siniscalchi. Non dimenticherò mai quegli scambi di opinioni sul calcio e sulla vita. Quanta saggezza e quanta semplicità, quella che solo i grandi sono in grado di offrire nelle relazioni. Anche le più estemporanee. Gianni Minà è stato un mastro di giornalismo senza mai salire in cattedra… di Fabio Viglione

Crisi della politica e poteri incontrollati della burocrazia

L’ennesima surreale polemica sollevata da Enrico Letta a proposito delle recenti nomine effettuate dal governo Meloni merita qualche considerazione. Non importa qui rilevare come, ancora una volta, il segretario dimissionario del PD – un partito che negli ultimi dieci anni ha “occupato” tutto l’occupabile dei posti pubblici, dalla Rai agli enti erogatori di servizi, senza nessun riguardo per il reale peso rivestito nelle istituzioni – dimostri un assoluto sprezzo del ridicolo, quanto piuttosto che la questione del rapporto tra direzione politica e gestione amministrativa andrebbe impostata in modo del tutto diverso che nel passato… di Luigi O.Rintallo

Riflessioni sul dopo voto. Il PD prigioniero di un racconto distorcente

Le elezioni politiche del 25 settembre sono state precedute da un intenso lavorio – da parte del sistema mediatico-informativo e dei partiti – per dare rilievo nel confronto ad argomenti che, in realtà, si sono poi rivelati lontani dal sentire diffuso dei cittadini. Nelle settimane prima del voto, vari sono stati i “filoni narrativi” ai quali è stata data maggiore enfasi, di certo non con l’intento di raccontare oggettivamente fatti e situazioni ma piuttosto quello di direzionare e condizionare le scelte imminenti. Definirli “filoni narrativi” non è improprio, perché in effetti sono quanto mai discosti dai dati di realtà per presentarsi piuttosto come un prodotto dell’immaginario fatto di illusioni o pure e semplici falsificazioni… di Luigi O. Rintallo

Verso un parlamento ridotto e che non risolve le contraddizioni della società italiana?

In vista del prossimo voto politico, su giornali e tv è tutto un affastellarsi di ipotesi e prefigurazioni circa le future alleanze tra partiti e i modi in cui i meccanismi elettorali potranno incidere sul risultato che si registrerà nella notte di domenica 25 settembre… Invece di addentrarci su questo terreno, è forse preferibile svolgere alcune considerazioni sui caratteri sociali che si possono individuare nel corpo elettorale, anche perché tutto sommato incidono più in profondità sulla fisionomia che assumerà la rappresentanza politica futura... di Luigi O. Rintallo

Draghi lascia per non restare intrappolato nella recita predisposta

È ben comprensibile che commentatori e analisti politici facciano di tutto per ignorare il ferreo postulato che regola da diverso tempo le vicende italiane e che recita: “nulla di quanto accade e accadrà è nella determinazione della classe dirigente nazionale, sia istituzionale che in senso più largo sociale ed economica”. Qualora non lo facessero, gran parte della “narrazione unica” proposta in questa occasione sarebbe completamente smontata, a cominciare dalle “magnifiche sorti e progressive” che si sarebbero aperte al Paese se solo il governo Draghi fosse rimasto… di Luigi O. Rintallo