Secondo quanto riportato oggi da La Stampa, su vari media online americani legati alla comunità ebraica starebbe scattando l’allarme per le posizioni di Beppe Grillo e il suo Movimento 5 Stelle, ritenute anti-israeliane e in certi casi antisemite. Il sito conservatore American Thinker, riprendendo un’intervista che l’ex comico rilasciò nel giugno dell’anno scorso al giornale Yedioth Ahronoth, ha addirittura paragonato il risultato ottenuto da Grillo a quello di Mussolini nel 1922.
24 febbraio. Luigi de Magistris ha una visione e decide di condividerla con i suoi seguaci così twittando: “Da visionario penso che la fase più avanzata della democrazia sia l'anarchia, sogno comunità che si autogestiscano senza poteri, solo amore!”. È la domenica elettorale e forse il sindaco di Napoli guarda già lì, dove spira forte il vento da tsunami, fiutando il fallimento della sua Rivoluzione Civile.
Vince il caos. Come molti temevano, il voto ci consegna una situazione difficile da gestire. Al Senato nessuno ottiene la maggioranza assoluta dei seggi. Alla Camera, come previsto, anche se con un distacco risicatissimo, la maggioranza va al centrosinistra. Su tutti, ovviamente, spicca in entrambe le Camere lo tsunami di Beppe Grillo e del suo Movimento. Bocciatura sostanziale, invece, per Monti. Fallimento totale per Ingroia, che non passa il quorum.
Nel disperato tentativo di evitare il ribaltone, a 72 ore dal voto il Partito Democratico cerca di compattarsi e di sfruttare tutte le armi a propria disposizione. Tre giorni fa è toccato all’ex premier Romano Prodi salire sul palco al fianco di Pierluigi Bersani in piazza Duomo a Milano, per invitare tutti a “votare uniti” e per assicurare che “il centrosinistra ha imparato la lezione e stavolta resterà unito”.
Sarà forse per quella classica deformazione professionale da professore bocconiano che porta a voler sviluppare in più riprese un concetto, a voler chiarire, a voler spiegare meglio a chi non ha capito o a chi non ha ben fatto i compiti a casa, sta di fatto che la sintesi del pensiero quotidiano di Mario Monti su questo o quell’altro tema in agenda risulta impresa notevole. In tal senso il 20 febbraio 2013 risulta emblematico.
La Lista Amnistia Giustizia e Libertà ha denunciato nuovamente la "totale illegalità di questa campagna elettorale". Questa volta lo ha fatto manifestato davanti alle sedi di Roma e Napoli dell'Autorità garante delle telecomunicazioni, la quale per l'ennesima volta sta dimostrando l'inutilità di un garante che non garantisce.
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