Pare proprio che il fascino rivoluzionario di Beppe Grillo e del Movimento 5 Stelle sia riuscito a conquistare anche l’interesse degli industriali e degli artigiani del Veneto, storico feudo leghista. Infatti, a Treviso Grillo ha accettato l’invito rivolto dagli imprenditori locali e ha tenuto un doppio incontro.
Prima con una piccola delegazione a porte chiuse, guidata da Massimo Colomban, presidente della Confapri (Confederazione delle attività produttive italiane), poi con un gruppo allargato di un centinaio di industriali e artigiani.
Ad affiancare Grillo, “l’eminenza grigia” Gianroberto Casaleggio, in una sua rara apparizione pubblica. Paradossalmente, mentre il primo si è limitato ad una breve introduzione, è toccato proprio all’oscuro braccio destro del comico genovese illustrare il programma del M5S nel dettaglio e, addirittura, invitare gli imprenditori ad applaudire dopo aver evocato l’eliminazione dell’Irap.
Il gruppo di imprenditori trevigiani si è detto soddisfatto dell’incontro: “Ci aspettiamo molto dai nuovi gruppi e movimenti, quelli che non hanno forme mentali precostituite, che non hanno lobby politiche, industriali o finanziarie o associative da difendere, quelli che vogliono veramente, come noi, un cambiamento in meglio, un vero rinascimento dell’Italia” ha dichiarato Massimo Colomban.
In realtà la capacità di Grillo di far breccia sull’elettorato veneto e del Nordest in generale, immerso in una crisi “esistenziale” in rapporto ai suoi partiti di riferimento, non sorprende del tutto. Molte delle proposte grilline riguardano infatti tematiche caldeggiate per anni da una Lega ormai in affanno: l’antipartitismo, l’euroscetticismo – è di ieri l’ultimo intervento sull’inevitabilità di una disgregazione europea –, l’antiamericanismo, l’immigrazione, un approccio economico di stampo statalista.
Non a caso da un recente sondaggio di Confartigianato sull’orientamento elettorale delle piccole imprese, è emerso che almeno 1 artigiano su 5 (il 22,5%) si è detto pronto a votare tra due settimane il Movimento 5 Stelle, definito “la Lega degli albori”.
E’ proprio a quella classe imprenditoriale figlia della cultura assistenzialista, formatasi con la dc veneta negli anni del welfare parassitario all’italiana e diventata, con la crisi di quest’ultimo, leghista, che Grillo cerca di rivolgere la propria attenzione.
Al nord delle quote latte – le cui multe ammontano a 4,5 miliardi di euro e sulle quali l’Ue ha aperto un’indagine per gli aiuti di Stato – e del caso Sea, anche qui 360 milioni di aiuti statali come denunciato dalla Commissione Europea. A conferma del carattere solo apparentemente innovativo delle posizioni a 5 stelle.
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