Alla fine, lo sgombero del Camping River è avvenuto. I rom sono stati cacciati via e la querelle si è conclusa con l'evacuazione forzata dell'insediamento. Ma chi festeggia sta commettendo un gravissimo errore. Esiste infatti una notevole differenza fra il fare “qualcosa di destra”, violando o meno il rispetto dei diritti umani, e creare un grave precedente nell'ambito dei beni e delle strutture dell'erario. di Gianni Carbotti e Camillo Maffia
“Verificheremo anche a ferragosto quali siano le condizioni di detenzione nei due istituti penitenziari romani, cronicamente caratterizzati da un forte sovraffollamento (*). È attività che il Partito Radicale svolge durante tutto l'anno in tutta Italia e che è tanto più necessaria nel rovente periodo ferragostano e in questo particolare momento politico, contrassegnato da un pericoloso arretramento riformatore nel campo della legalità costituzionale dell'esecuzione penale.
Perbacco, il guardasigilli Alfonso Bonafede è preoccupato per “crescente numero di suicidi in carcere”. Con una nota del ministero ci fa sapere quanto il “fenomeno” imponga “un'attenta riflessione sulle cause e sulle origini che stanno alla base di questi gesti". Come se fosse una novità assoluta e non un problema che da anni esige azioni di riforma a un sistema che toglie dignità.
L'assurdità dell'affaire “Camping River”, nelle fragili e inesperte mani della sindaca Raggi, cresce di giorno in giorno, al punto che diviene quasi difficile aggiornare puntualmente sulla sua evoluzione – compito doveroso, in quanto tale vicenda incarna alla perfezione la sprovvedutezza insita in partenza nel Movimento 5 Stelle. Dopo la forsennata distruzione dei moduli abitativi del Comune, in cui l'amministrazione ha fatto a pezzi i container di sua proprietà come Erland Josephson fa con la sua abitazione dentro “Il Sacrificio” di Andrej Tarkovskij, la Raggi ha promesso la “ruspa” (in omaggio a Salvini) per lunedì 23 luglio. di Gianni Carbotti e Camillo Maffia
- Oltre la desolazione 2 / Camping River 2 (trailer)
“Un suicidio francese” è l’opera più nota del giornalista Èric Zemmour del Figaro e saggista più ricercato e più scacciato nella consorella latina. Ne ha parlato Giulio Meotti una bella penna del “Foglio” sul quotidiano romano e anche in un intervento su internet, e naturalmente non manca la nota di Wikipedia…confesso che il libro non lo ho letto, ma la curiosità di venirne in possesso mi ha tentato. di Silvio Pergameno
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