Quando una persona amata muore, l’immagine che torna più frequentemente alla memoria è quella dell’ultima volta in cui si è vista in vita. Per André Bamberski il saluto di sua figlia Kalinka in partenza per la Germania, dove morirà ad appena quattordici anni, deve essere stato una ossessione che è durata più di trent’anni. Lo testimonia il suo libro autobiografico “Pour que justice te soit rendue” (Ed. Lafon, 2010) e il film che il bravo regista Vincent Garenq ne ha tratto e che da oggi è nelle sale italiane con il titolo di “In nome di mia figlia”. di Paolo Izzo
Un mediometraggio tra "fiction" e ricordi. La prima è in programma al 62° Taormina Film Fest. Si tratta della prima opera del genere per il giovane filmmaker Fabrizio Sergi di Santa Teresa di Riva, dal titolo “Verso Casa": tributo al poliedrico cineasta di origini messinesi Turi Vasile, scomparso a Roma all'età di 87 anni, con alle spalle un cursus honorum ricco di successi e di grandi nomi.
Presentato al Festival di Cannes 2016, il nuovo film di Pedro Almodóvar , “Julieta”, è arrivato da qualche giorno sugli schermi italiani, stimolando discussioni e riflessioni come sempre accade per le opere del grande regista. Ispirato a tre racconti del libro di Alice Munro “In Fuga”, la pellicola è centrata sul rapporto madre-figlia e su problematiche femminili che, a quanto pare, in questo periodo sollecitano alquanto l’attenzione del cinema. di Giovanna D’Arbitrio
Dopo il successo del film “Il Capitale Umano”, Paolo Virzì torna sugli schermi con una nuova opera, “La Pazza Gioia”, che sta riscuotendo consensi di critica e di pubblico. di Giovanna D’Arbitrio
Il primo vero istante in cui lo smarrimento sembra diventare speranza è quando Daphne infila gli auricolari e partono le inconfondibili note di Vasco Rossi e della sua "Sally". Fino a quel giorno la imbronciata adolescente ha rapinato, ha dormito alla stazione, è stata inseguita e acciuffata dai poliziotti, ha fatto a botte con le compagne di cella del carcere minorile dove è stata reclusa e le "secondine" le hanno già fatto il primo rapporto per cattiva condotta. di Paolo Izzo
La Camera d’or, il premio assegnato dalla giuria guidata da Willem Dafoe al miglior film d’esordio, è andata a Divines, ambientato nella banlieue parigina. Presentato nella Quinzaine des Réalisateurs il film è firmato dalla regista franco marocchina Houda Benyamina che ha bloccato la platea per cinque minuti con i suoi entusiastici ringraziamenti, i pugni chiusi alzati suoi e delle compagne e che se ne è andata urlando “Cannes è nostra, delle donne che sempre più decidono e si impongono in tutti i settori del lavoro e della cultura”. di Vincenzo Basile
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