Nel “guazzabuglio di norme” su divorzio e separazioni - come lo ha chiamato Giovanardi (forse l'unica cosa condivisibile davvero detta dal senatore da molti anni a questa parte), il faticoso percorso verso una sofferto approvazione della legge sul cosiddetto "divorzio breve" si arricchisce di un altro ostacolo. Nell’ultima riunione in Commissione Giustizia al Senato è spuntato infatti il "divorzio immediato". Per chi ha a cuore la velocizzazione dei tempi per lo scioglimento del matrimonio, potrebbe a prima vista sembrare una cosa buona e giusta. Tuttavia, data la litigiosità parlamentare in materia, certe norme o postille sembrano fatte a posta per creare divisioni che poi si posso tradurre in ulteriori ostacoli e dilazionamento dei tempi per varo della legge.
Così, l’approvazione della norma in Commissione, contenuta nel ddl conosciuto come "divorzio breve", che prevede la possibilità di scioglimento o di cessazione degli effetti civili del matrimonio se richiesto da entrambi i coniugi, con ricorso congiunto, anche in assenza di separazione legale, a patto che non vi siano figli minori, figli maggiorenni incapaci o portatori di handicap grave o figli di età inferiore ai 26 anni economicamente non autosufficienti, ha spaccato la maggioranza e suscitato molte polemiche.
Nello specifico i senatori di Ncd hanno abbandonato i lavori in segno di protesta, mentre il capogruppo del Nuovo Centrodestra Maurizio Sacconi ha minacciato le dimissioni se non ci sarà un chiarimento. Per Sacconi è "gravissima anche questa sera la combinazione tra larga parte del gruppo del Pd e M5S sulla riforma del divorzio che esclude adeguate garanzie nel caso di coniugi con figli.... Nei giorni scorsi avevo minacciato dimissioni nel caso di maggioranze anomale. Per quanto mi riguarda non sono disposto a sopportarle svolgendo la funzione di capogruppo. I temi della giustizia giusta e della base etica della nazione sono più che politici. O c'è un chiarimento o per quanto mi riguarda lascio".
Forza Italia ha fatto registrare tre voti differenti: Caliendo non ha votato, Malan ha detto no, e Falanga si è schierato a favore. Nel Pd Cucca ha votato contro. A favore hanno votato Enrico Buemi del Psi, i Cinque Stelle e il resto dei Dem. No della Lega.
Il provvedimento sul “divorzio breve” disciplina anche la fase della separazione accorciandone i tempi: per la giudiziale il termine sarà di 12 mesi dall’avvenuta comparizione dei coniugi innanzi al presidente del tribunale e di 6 mesi nel caso di separazione consensuale, stragiudiziale. Un’altra novità introdotta nel ddl riguarda l’aspetto economico. È passato l’emendamento che prevede come nel caso di separazione, la comunione tra coniugi si sciolga nel momento in cui il presidente del tribunale autorizzi i coniugi a vivere separati.
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