Dal settembre 2013 è depositata alla Camera dei Deputati la proposta di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione dell’eutanasia e il riconoscimento del testamento biologico, accolta dal desolante disinteresse di tutti i gruppi politici e da un "singolare silenzio" che, come ha ricordato il Professor Stefano Rodotà in occasione del convegno “La dignità nel morire. Fine vita, eutanasia e testamento biologico", è il "benvenuto", purché serva a scongiurare il pericolo di proposte di legge "sgrammaticate e indegne" come avvenuto nel passato. Una riflessione questa che nel commentare lo "sventato" disegno di legge Calabrò ha trovato il consenso del Presidente dell’associazione A buon diritto, Luigi Manconi.
Ad abbattere il muro del silenzio nei giorni scorsi l’irruzione del video-appello “Il Parlamento si faccia vivo”, la cui direzione creativa è stata affidata ad Avy Candeli: l’ennesima richiesta di ascolto che questa volta ha il volto di 70 uomini e donne tra medici, infermieri, malati, artisti, scienziati e giornalisti... Al grido di “E’ la mia vita” i protagonisti dello spot chiedono nient’altro che il “cominciare a discuterne”, raccogliendo oltre 1 milione di visualizzazioni nei soli primi 5 giorni di circolazione: un successo da pop star emergente quello riservato contro ogni aspettativa proprio alle “scelte di fine vita”.
L’iniziativa non si esaurisce nel video-appello, ma coinvolge chiunque voglia sollecitare gli “onorevoli parlamentari” ed esprimere la propria opinione attraverso l’hashtag #LiberiFinoAllaFine. Già a settembre nell’ XI Congresso dell’Associazione Luca Coscioni, che insieme a A buon diritto ha promosso il convegno del 17 dicembre nella sala del Senato di Palazzo Santa Maria in Aquiro, si riconosceva che quella della dignità nel morire fosse una delle questioni meno “virali e contagiose” da sottoporre al grande pubblico.
Di fronte ad un interesse sempre più vivo è ancora più evidente la frattura antidemocratica tra rappresentanza politica e “sentimento popolare”, che trasforma l’eutanasia legale in una “battaglia di civiltà” da combattere senza paura di “essere un’avanguardia”, come ha dichiarato l’onorevole Ivan Scalfarotto in apertura.
La negazione del confronto e del dibattito esistente è il frutto di “un’evoluzione culturale ignorata”, questa la colpa della politica per Filomena Gallo, Segretario dell’Associazione Coscioni, che ha illustrato la proposta di legge con particolare attenzione per l’articolo 3 riguardante la depenalizzazione su modello olandese.
Tra le testimonianze conclusive quella di Mina Welby a pochi giorni dalla ricorrenza degli 8 anni dalla morte di Piergiorgio, di Luigi Brunori e l’appello al “coraggio etico di unità intellettuale” rivolto da Walter Piludu (ex presidente della provincia di Cagliari) alla politica e rimasto ancora inascoltato.
Ludovica Passeri
“La dignità nel morire. Fine vita, eutanasia e testamento biologico" (video da radioradicale.it)
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