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25/11/24 ore

EDITORIALI E COMMENTI

Boldrini e Grasso, quel retrogusto antico del cambiamento

Pier Luigi Bersani ha presentato i nuovi presidenti delle Camere come espressione del cambiamento. Ma è proprio così? Va detto che nei loro discorsi di insediamento tutto si manifesta tranne che una ventata di rinnovamento. di Luigi O. Rintallo

Papa Francesco

Si è presentato con poche e soprattutto dimesse parole questo membro della Compagnia di Gesù, che ha tenuto a qualificarsi come vescovo di Roma, cioè vescovo tra i vescovi, senza voler quindi rivendicare una particolare supremazia e richiamarsi a San Francesco cui il papa del tempo, Innocenzo III – uno dei più forti assertori della teocrazia pontificia – non volle approvare la famosa “Regola”, consentendogli soltanto di proseguire nel suo esperimento. di Silvio Pergameno

La strana danza di Bersani e Renzi

Per giorni, seguendo i telegiornali, si è avuta l’impressione che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani inseguisse Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle. Un po’ come nel celebre paradosso di Achille e della tartaruga: per quanti sforzi Achille facesse (si pensi agli “8 punti” elaborati dalla Direzione del Pd), non erano mai sufficienti. di Danilo Di Matteo

Un nuovo modo di governare e pensare lo Stato

Si dirà che se ci si mette su questa strada si chiede troppo, si avvia un percorso lungo e accidentato, in tempi di urgenze pressanti: tutto vero; ma è altrettanto vero che, senza negare la necessità di affrontare l’immediato, non possiamo perdere ancora una volta l’autobus, perché l’emergenzialità (si scusi il neologismo) serva per superare alla meglio un momento critico e salvare il salvabile. di Silvio Pergameno

Napoli, il banco di prove negative

Quanto accade all’ombra del Vesuvio non è mai un caso. Napoli, quale punta avanzata del malessere e del disagio diffuso nel Paese, è la febbre, la reazione allergica dell’organismo che cerca gli anticorpi per combattere una malattia più grave e non circoscritta... di Antonio Marulo

I nervi scoperti del Paese, la politicità delle scelte e i Radicali

Da sempre i Radicali riescono a individuare e a evidenziare i “nervi scoperti” dell’Italia (e del mondo intero). Invece di fare discorsi prolissi, tendono a indicare alcuni temi (dai quali possono scaturire altrettante “campagne”, come riduttivamente vengono sovente definite) tali da possedere almeno due caratteristiche: condensano in sé tanti aspetti e tante altre contraddizioni e acquisiscono valore di simbolo e di metafora. È il caso dei problemi dell’universo carcerario. di Danilo Di Matteo