La crisi che nel 2009 ha colpito e colpisce ancora oggi l'Europa non ha risparmiato neanche il cinema che ha avuto i danni maggiori nei paesi maggiormente colpiti dalla recensione quali Spagna, Grecia e Italia con una crescita del settore prevista dalla Banca Centrale Europea per il solo 0,3% nel 2013.
Solchi bianchi sul pesante manto blu. Freddie è a testa in giù, sotto di lui la profonda caverna senza ombre né fuochi del mare, flutti e spuma in superficie, il corpo sul metallo pesante di una nave da guerra. Inizia qui, nella placenta di un oceanico grembo pronto a partorire l'Uomo Nuovo dopo gli orrori di un conflitto, il lento avvelenamento della coscienza a cui, sprovvisto di antidoto, Paul Thomas Anderson fa sadicamente assistere il suo pubblico. di Florence Ursino
Circola da alcuni giorni nelle sale italiane l'ultimo lavoro di Giuseppe Tornatore, 'La migliore offerta', girato in realtà in lingua inglese (col titolo The best offer) a Vienna e in una serie di altre città europee. Si tratta della parabola di Virgil Oldman (Geoffrey Rush), un formidabile esperto d'arte, battitore nelle più importanti case d'asta del mondo, la cui esistenza, elegantissima e mondana, si evolve senza scosse lungo una sotterranea linea di penoso nulla sul piano affettivo. di Giovanni A. Cecconi
Analizzando le statistiche del sito americano di crowfounding Kickstarter, è evidente che dal 2009 a oggi sono stati donati 100 milioni di dollari con cui sono stati realizzati 8500 opere cinematografiche molte delle quali hanno avuto successo.
Analizzando gli ultimi dati relativi alle festività natalizie la proiezione degli incassi cinematografici del 2012 è sotto quota 610 milioni di euro (probabile totale 605 milioni), oltre l’8% in meno rispetto ai 660 milioni del 2011. La perdita di spettatori potrebbe invece superare il 10% se si dovesse rimanere intorno a quota 90 milioni, contro i 101 milioni dell’anno passato.
Il film di Robert Redford “La regola del silenzio”, tratto dal romanzo di Neil Gordon “The company you keep” e presentato con successo al Festival di Venezia fuori concorso, evidenzia ancora una volta l’interesse del noto regista/attore per temi cari al cinema democratico americano. di Giovanna D’Arbitrio