Siamo stati bombardati in TV da spot e trailers di questo film, presentatoci come un capolavoro. Uno va al cinema abbastanza prevenuto, predisposto a darne una critica negativa. Invece esso ti cattura e, senza essere così potente da 'costringerti' a definirlo un capolavoro, non c'è dubbio che meriti un giudizio molto elogiativo. di Giovanni A. Cecconi
Il terzo lungometraggio del quarantaquattrenne cineasta inglese Steve McQueen, vivida e accurata discesa agli inferi dello schiavismo (peccato originale degli USA insieme alla decimazione dei nativi americani), è anche il viaggio nell’anima di un uomo strappato agli affetti più cari che deve ricorrere all'astuzia per non soccombere alla brutalità dell'uomo bianco. di Adil Mauro
Dopo una stanca fase intermedia gli eventi di spicco del festival si presentano a ridosso del gran sorprendente finale. Di passaggio con l‘incompiuto, per ora, The New York books review, Martin Scorsese lascia intravedere al pubblico il documentario che in occasione dell’anniversario della celebre rivista letteraria americana, rivela materiale inedito di autori come Noam Chomsky e Susan Sontag. di Vincenzo Basile
Nymph( )maniac è arrivato anche alla Berlinale 2014. Si scandalizzi chi può! di V.B.
Con oltre 400 film suddivisi in dieci sezioni, 500mila visitatori stimati anche quest’anno, l’European Film Market all’interno del quale saranno proiettati altri 800 titoli da piazzare ovunque, la Berlinale è seconda per prestigio e volume di affari solo a Cannes. L’Autore-ospite di riguardo di quest’anno è Ken Loach, cui andrà l’Orso d’Oro onorario alla carriera. Apre la manifestazione n.64 The Grand Budapest Hotel di Wes Anderson. di Vincenzo Basile
Voleva far divertire, senza intenzioni liturgiche o ingannevoli moralismi, perché ridere per il gusto di farlo non è peccato. E ce l'ha fatta, Sidney Sibilla, classe 1981, a portare sullo schermo una commedia ironica, popolare, parodistica quanto basta per non cadere nel tranello della noiosa stereotipizzazione tipica del cinema italiano contemporaneo. di Florence Ursino
Vent'anni fa Tom Hanks vinceva l'Oscar per il miglior attore protagonista con Philadelphia, la commovente storia di un avvocato gay e sieropositivo. Matthew McConaughey potrebbe presto ripercorrere le orme di Hanks con la sua interpretazione in Dallas Buyers Club. di Adil Mauro
- Dallas Buyers Club, un inno alla dignità di Florence Ursino