Era forse l’unico titolo possibile per un libro di Marco Pannella. Di certo il migliore: «Una libertà felice», memorie postume di un uomo per il quale non è facile trovare un aggettivo per definirlo senza apparire riduttivi. Sono centottanta pagine che a leggerle di un fiato sembra di sentire la voce del leader radicale, morto il 19 maggio scorso. di Alessandra Arachi (dal Corriere della Sera)
Nella notte tra il 2 e il 3 novembre, le autorità di Ankara hanno disposto l’arresto di Selahattin Demirtaş e Figen Yuksekdag, i due leader del HDP (Halkların Demokratik Partisi, Partito Democratico Popolare), formazione politica progressista e principale espressione della minoranza curda. (Centro Studi Internazionali)
Come era prevedibile, la campagna per il referendum si sta trasformando in una rincorsa demagogica. Di qui al 4 dicembre si tenderà a discutere sempre meno nel merito della riforma Renzi-Boschi e sempre più si cercheranno scorciatoie per conquistare il consenso dell’opinione pubblica. di Stefano Folli (da la Repubblica del 25/10/2016)
Bisogna fermare il massacro di Aleppo. Bisogna arrestare ad ogni costo i bombardamenti massicci, sconsiderati, indiscriminati (o, peggio, «discriminati», poiché prendono di mira principalmente i civili, i convogli umanitari e gli ospedali) che sono ricominciati ancora più intensi ad Aleppo. Nei giorni — o piuttosto nelle ore e quasi nei minuti che seguono — bisogna dire basta al diluvio di fuoco, di bombe a grappolo e al fosforo, ai barili di cloro sganciati a bassa quota sugli ultimi quartieri orientali della città controllati dai ribelli. di Bernard-Henri Lévy (da corriere.it)
Com’è accaduto che il movimento dei Verdi in Italia si sia trasformato nella mosca cocchiera dell’estremismo politico occidentale? Eppure, l’ambientalismo si era affermato nel nostro Paese su impulso dei radicali e si contrassegnò in una prima fase per la sua impostazione pragmatica e fondamentalmente liberale. Le ragioni della sua trasformazione sono indagate nella conversazione che segue, dove il fondatore degli “Amici della Terra”, Mario Signorino, racconta a Giuseppe Rippa le tappe di un tormentato percorso politico in una conversazione pubblicata sul numero 88 (dicembre 2004) di Quaderni Radicali, che qui riproponiamo in ricordo del fondatore di "Amici della Terra" scomparso a Ferragosto.
Il problema, se Donald Trump venisse eletto, sarebbe certamente la sua immensa volgarità (l’America ne ha viste tante, ma non ancora un presidente che allude alle dimensioni del suo pene nel corso di un dibattito televisivo). Sarebbe il suo odio patologico nei confronti delle donne (non raccomandò forse, a suo tempo, in una conversazione con l’architetto Philip Johnson riportata dal New York Magazine, di «trattarle come la merda»? E non ha appena detto di considerarle, quando hanno il volto di una giornalista che lo urta, come creature ripugnanti che «perdono sangue da tutte le parti»?). di Bernard-Henri Lévy (Corriere della Sera)