La Capitale d’Italia è ormai un laboratorio per le sperimentazioni più ardite e spregiudicate. Un po’ come si fa con i malati terminali ai quali si somministrano gli ultimi intrugli chemioterapici in arrivo chissà da quale centro specializzato d'oltreoceano. A giugno venne così proposto, e la cittadinanza acconsentì, di dar fiducia per il Campidoglio alla politica da bar sport, con improbabili e improvvisati commissari tecnici allo sbaraglio. Sappiamo come è finita ed è superfluo infierire nel ricordo delle tappe del quasi primo anno "raggiante" all’ombra del Cupolone , che ha prodotto il nulla, come scriveva qualche settimana fa Giuliano Ferrara.
Non domi, gli apprendisti stregoni, come da programma, lanciano ora il nuovo modello di democrazia ispirato alla piattaforma Rousseau, che dovrebbe nelle intenzioni essere testato a Roma. Non pochi hanno opinato, soprattutto alla luce dello spettacolo offerto dal sacro blog della Casaleggio & Associati stile comunarie di Genova, ma non solo.
Qui di seguito, allo scopo di alzare un po' il livello del dibattito, troppo spesso inquinato da colpi di propaganda, da una parte e dall’altra, rimandiamo il contributo autorevole di Sabino Cassese, tratto dal 'Corriere della Sera'. (A.M.)
La democrazia «diretta», il sogno irrealizzabile dei 5stelle a Roma
di Sabino Cassese
L’annunciata «rivoluzione della democrazia diretta», per fare di Roma la «capitale della democrazia diretta» è per un verso la scoperta dell’acqua calda, per altro un tradimento della democrazia. I Cinque stelle propongono di introdurre nello statuto del comune di Roma il diritto di petizione, un diritto che non è stato mai negato, è sancito nei confronti del Parlamento dall’art. 50 della Costituzione fin dal 1948 e dall’art. 8 dello statuto della città di Roma. Quest’ultimo prevede che singoli appartenenti alla comunità cittadina o associazioni possono presentare petizioni all’Assemblea Capitolina e al Sindaco. Il Presidente dell’Assemblea Capitolina o il Sindaco, nelle materie di competenza dei rispettivi organi, entro 60 giorni, rispondono per iscritto e inviano copia delle risposte alle Consigliere e ai Consiglieri Capitolini. Petizioni e risposte si pubblicano sul Bollettino di Roma Capitale.
L’idea, poi, dei grillini di introdurre referendum cittadini senza quorum si presta a manipolazioni della volontà popolare, perché così nessuno mai saprà quante persone sostengono una proposta e quante vi si oppongono, dov’è la maggioranza e dove la minoranza.
Consiglierei agli autori di queste strampalate proposte di rileggere un saggio di Norberto Bobbio del 1978, poi ripubblicato nel volume dello stesso autore su Il futuro della democrazia, del 1984. Lì Bobbio definiva impossibile che tutti decidano su tutto in società complesse, e insensato proporlo. E aggiungeva che il cittadino totale, chiamato a partecipare dalla mattina alla sera alle decisioni della comunità è non meno minaccioso dello Stato totale. Notava, infine, che il referendum è «espediente straordinario per circostanze straordinarie» e che «nulla rischia di uccidere la democrazia più che un eccesso di democrazia».
Le esperienze referendarie compiute in molte parti della California lo dimostrano, perché hanno messo decisioni collettive nelle mani di lobbies, producendo un impoverimento delle strutture pubbliche, in particolare delle scuole.
(tratto dal corriere.it)