“I nostri metodi sono più radicali e sbrigativi delle manifestazioni. Avete voluto la guerra e l'avrete”. E ancora: “Il matrimonio per tutti equivale a sopprimere il matrimonio. Passato questo ultimatum, la vostra famiglia politica soffrirà fisicamente”. E' l'altra faccia della Francia, quella che contratta dalla rabbia e dallo sdegno guarda al sorriso di milioni di cittadini, scesi in piazza per festeggiare il sì definitivo alle nozze gay pronunciato dall'Assemblea Nazionale (con 331 voti a favore e 225 contrari) dopo l'approvazione del testo di legge, lo scorso 12 aprile, anche da parte del Senato.
Rivedere le norme che regolano l’interruzione di gravidanza. È un pallino della destra spagnola che da quando è tornata al potere ha più volte annunciato un intervento legislativo. Ora, però, pare che i tempi siano diventati maturi e, sotto la pressione delle alte sfere ecclesiastiche, sembra davvero che il governo voglia produrre quella che viene da più parti definita una controriforma in tema d’aborto.
Il Paese della mezzaluna vive la contraddizione sociale di una reazionaria concezione della donna che viene vista come elemento familiare che deve rispettare la figura dell’uomo in modo accondiscendente e subordinato e, allo stesso tempo, la crescita di importanza delle donne nei ruoli istituzionali e di prestigio intellettuale. di Francesca Pisano
'Ciò che non è permesso, è vietato': accade in Bielorussia e a documentare una delle più asfissianti forme di repressione della società civile è l'ultimo rapporto di Amnesty International. Manifestazioni, organizzazioni, associazioni, riunioni, proteste sono parole oramai estromesse dal vocabolario ufficiale di un Paese in cui qualsiasi forma di opposizione, di critica viene sistematicamente soppressa grazie ad una legislazione ferocemente restrittiva, che i pubblici ufficiali applicano in modo da diminuire ulteriormente gli spazi per la libertà di espressione collettiva o singola.
67 giovani sostenitori della 'Manif pour tous' contro la legge sul matrimonio gay sono stati arrestati e rilasciati dopo quasi 12 ore a Parigi per aver deciso di protestare in totale silenzio vicino al Parlamento francese.
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