Fiori d'arancio, riso e confetti per gli omosessuali d'oltralpe. Il Senato francese ha infatti dato il via libera al progetto di legge che apre alle nozze e all'adozione per le coppie gay, già approvata lo scorso febbraio dalla Camera. Dalla prossima estate, presumibilmente, a Parigi e dintorni le persone dello stesso sesso potranno quindi sposarsi e adottare bambini: una riforma sociale (e culturale), quella fortemente voluta dal socialista Hollande, che risulta essere la più importante in Francia dopo l'abolizione della pena di morte nel 1981.
Il provvedimento, votato da tutti i gruppi della gauche in Senato e da qualche 'pecora nera' della destra e del centro, dovrà ora tornare all'Assemblea nazionale per l'ok definitivo a causa di qualche emendamento introdotto dai senatori al testo, che è comunque rimasto inalterato nei suoi principali articoli.
Un passaggio formale, insomma, che non comprometterà in alcun modo la conclusione di un iter legislativo portato avanti con fermezza dal partito del presidente tra evidenti ostilità e agguerrite manifestazioni di piazza della destra francese, fortemente contraria alla legalizzazione del matrimonio come 'unione tra due persone'.
Quest'ultima sarà infatti la nuova definizione inserita nel codice civile che andrà a sostituire, come spiegato dal primo ministro Jean Marc Ayrault, quella classica di matrimonio come 'unione tra un uomo e una donna'. Una metamorfosi linguistica che, a quanto pare, ha già 'contagiato' anche il dizionario francese Larousse che, per l'edizione 2014, avrebbe già modificato la voce 'matrimonio', descrivendolo testualmente come un “atto solenne con il quale due persone di sesso diverso, o dello stesso sesso, stabiliscono un'unione”.
Un aggiornamento “anti-democratico oltre che molto stupido”, spiega Hervé Mariton, deputato del centrodestra, che andrebbe duramente “condannata” perchè compiuta prima che la legge sia stata definitivamente ratificata. Ma, ribattono dalla casa editrice, la modifica “corrisponde unicamente alla registrazione fattuale di un allargamento della nozione giuridica del matrimonio in un certo numero di Paesi (tra cui 6 solo nell'Ue), che hanno già riconosciuto il matrimonio tra individui dello stesso sesso”.
La Francia va infatti ad aggiungersi alla lista degli stati che hanno già adottato le nozze gay, ossia Olanda, Belgio, Svezia, Norvegia, Spagna e Portogallo. L'Italia, invece, continua a fare i conti con l'evidente ostracismo della sua classe politica, affondando sempre più nelle sabbie mobili di una paralisi legislativa.
E proprio stamante il presidente della Consulta, Franco Gallo, ha affrontato davanti alle più alte cariche dello Stato, l'oltremodo irrinviabile questione delle unioni gay.
Nonostante la Corte abbia “escluso l'illegittimità costituzionale delle norme che limitano l'applicazione dell'istituto matrimoniale alle unioni tra uomo e donna - ha infatti detto Gallo – nel contempo ha affermato che due persone dello stesso sesso hanno comunque il diritto fondamentale di ottenere riconoscimento giuridico con i connessi diritti e doveri, della loro stabile unione”, affidando pertanto al Parlamento “la regolamentazione della materia nei modi e nei limiti più opportuni”. (F.U.)
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