Informativa

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie.

26/12/24 ore

La fuga di Amina, su Skype con le Femen: 'Mi hanno rapita e torturata'



Scomparsa nel nulla, di lei solo la voce e il ritratto sfocato di una webcam. Amina Tyler, la diciannovenne tunisina che, come le attiviste del gruppo Femen, si è fatta fotografare a seno nudo per protesta contro la repressione femminile nel mondo islamico, sarebbe scappata da casa lo scorso 12 aprile, svanendo nel nulla.

 

A denunciare l'accaduto è stata la madre della ragazza, dichiaratasi preoccupata per la sorte della figlia che da sei anni sarebbe sottoposta a trattamento psichiatrico: la sua vicenda, ha aggiunto la donna in procinto di recarsi al Ministero dell'Interno tunisino per denunciarne la scomparsa, sarebbe stata strumentalizzata da alcune fazioni a danno stesso di Amina.

 

Quest'ultima, intanto, si è messa in contatto via Skype con Inna Shevchenko, una delle fondatrici di Femen: all'attivista ucraina la ragazza ha raccontato di trovarsi in un luogo sicuro e segreto, dopo essere fuggita dalla sua famiglia che l'avrebbe rapita nei giorni successivi al clamore suscitato dalle sue foto postate su Facebook.

 

Portata via con la forza da casa di alcuni amici, alcuni parenti avrebbero condotto Amina nell'abitazione di una zia e qui, stando alle parole della ragazza, l'avrebbero picchiata e, sottratto il cellulare e distrutta la carta sim, le avrebbero somministrato sedativi e psicofarmaci.

 

 

“Mi hanno fatto incontrare un imam che mi ha obbligato a leggere il Corano – racconta Amina – Ho anche provato a fuggire cercando di farmi prendere in macchina da qualche automobilista di passaggio, ma nessuno mi ha riconosciuto e per questo venivo subito dopo ripresa (dai 'sequestratori', ndr)”.

 

La prima 'Femen tunisina', come è stata definita la ragazza dopo le pose-scandalo in cui campeggiavano sul suo corpo le scritte 'fuck your morals' e 'il mio corpo mi appartiene, non rappresenta l'onore di nessuno', ha comunque sottolineato di non avere intenzione di fermarsi: “Non lascerò la Tunisia, mi batterò ancora per le mie idee” ha infatti assicurato Amina, 'pazza' fuorilegge col rossetto rosso, la sigaretta in mano e i seni nudi. (F.U.)


Aggiungi commento