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26/11/24 ore

EDITORIALI E COMMENTI

L’Italia leaderizzata

E’ opinione diffusa che la crisi della prima Repubblica sia stata la crisi dei partiti, che tanto avevano dominato la politica dal 1945 al 1992, e che oggi, al posto delle grandi formazioni politiche, la scena sia tenuta  da uno sciame di leader. di Silvio Pergameno

Governo Renzi e Giustizia, ci vuole più coraggio per uscire dalla palude

Avvocato penalista, Fabio Viglione in questo intervento su Quaderni Radicali 111 affronta i problemi che riguardano l’insostenibile lentezza dei processi in Italia. Pur riconoscendo che negli ultimi tempi qualcosa è mutato nel modo in cui le forze politiche si rapportano a un tema che ha fin troppo patito l’approccio ideologico, Viglione evidenzia come occorra maggiore energia per riformare una giustizia viziata da tante criticità.

Caso Guidi, le relazioni pericolose del Governo Renzi

“Adesso basta: abbiamo il dovere di tutelare i militanti del nostro partito. Ci vediamo in tribunale, caro pregiudicato Grillo (…) Grillo è un pregiudicato e conosce bene cosa significa essere condannati ma evidentemente non se lo ricorda. Le sue dichiarazioni contro il Pd hanno decisamente passato il segno”. Con questo paio di twitter, com’è ormai indecorosa consuetudine della comunicazione politica, il segretario amministrativo del Partito Democratico, Francesco Bonifazi, ha annunciato la querela contro il leader del Movimento 5 Stelle. di Luigi O. Rintallo

L’auto-rappresentazione renziana

Per Matteo Renzi e il suo apparato non vi è alcun onere di verifiche o di confronti con la realtà prima di comunicare alcunché. Al contrario, in questo sistema di informazione ego-riferita tutto risulta affidato alla parola dell’anchorman-demiurgo, vivificata dalla zampata ad effetto, dal guizzo imprevisto, dalla tempestività fulminea della notizia, vera o presunta che sia. di Andrea Manzi  (da Quaderni Radicali)

Renzi, forza e dissolvenza

Sono due anni ora che Renzi è a Palazzo Chigi, eppure sembrano profondamente mutati i caratteri della sua azione e della sua immagine. Non che il quadro politico sia cambiato granché. Nel centrodestra prosegue il cupio dissolvi di Berlusconi e di Forza Italia mentre la componente leghista, poujadista-lepenista, è divenuta maggioritaria in questa cosiddetta coalizione; marginale è nelle cose la destra di Giorgia Meloni. Insomma, al di là dei più che discutibili contenuti (si fa per dire contenuti!), siamo di fronte a una deriva che rende il raggruppamento poco credibile come forza di governo, anche per la completa assenza di cultura liberale. di Giuseppe Rippa (da Quaderni Radicali 111)

Femminismo 2.0, il festival dell’ipocrisia politically correct

A distanza di pochi mesi il panorama è più avvilente. Simile la sceneggiatura, fatte le dovute eccezioni, e pressoché le stesse comparse in campo. I soliti irriducibili presenzialisti che intervengono con un tweet o magari con una di quelle dichiarazione ad effetto già confezionate, pronte per essere spiattellate a riprova della propria spiccata sensibilità civile. di Ludovica Passeri