Eric Lomax, prigioniero dei giapponesi, nel film di J. Teplitzky "Le due vie del destino", tratto dal romanzo autobiografico che lo stesso Eric scrisse e pubblicò nel 1995, "The Railway Man", compose anche una poesia che ripeteva come una preghiera nei momenti più bui della sua prigionia per lottare contro dolore e disperazione. di Giovanna D’Arbitrio
In dirittura d'arrivo lo Smell Of Us di Larry Clark dà la sveglia a un festival che, a parte Il notevolissimo, già citato, Pigeon, non lascia tracce di rilievo ma scorre tranquillo senza increspature. di Vincenzo Basile
Ne Il Giovane Favoloso di Mario Martone, sorprende innanzitutto l’ambientazione. Per quanto meticolosa essa risulta a tratti inverosimile e i costumi peccano di quell’impeccabilità sartoriale che ne rivela l’anacronismo (a presente e futura memoria l’esempio delle polverose e sdrucite camicie rosse del Gattopardo) e persino Elio Germano resta al di sotto delle aspettative legittime che il suo riconosciuto talento spinge a coltivare. di Vincenzo Basile
Anime Nere di Francesco Munzi, primo dei tre film italiani in concorso apparso in sala, è un noir di mafia atipico rispetto alla tradizione di genere (Scorsese,Garrone ecc.), soprattutto per quanto riguarda lo sviluppo della trama. di Vincenzo Basile
"I conflitti, la crisi, l'oggi: una selezione che osa e che investe sui giovani", ha dichiarato il direttore Alberto Barbera durante la conferenza stampa di presentazione dei 20 titoli in concorso in questa 71°edizione. "Abbiamo visto qualcosa come 1500 lungometraggi e oltre 1600 corti, scartare dei titoli è stato come sempre un lavoro complesso e anche doloroso. La selezione rispetta il fermo principio di non superare i 55 titoli inediti presentati nelle tre sezioni principali del Festival, la provenienza dei film tocca una quarantina di paesi e il risultato finale mi permette di poter dire che sarà un’edizione che ci rende orgogliosi". di Vincenzo Basile
Il film di Asia Argento “Incompresa”, presentato a Cannes 2014 nella sezione “un certain reguard”, suscita l’interesse di genitori e di educatori in genere, descrivendo il disagio esistenziale di Aria, una bimba di nove anni. Il film in particolare fa riferimento a genitori divorziati, ma il discorso potrebbe essere senz’altro esteso a tante famiglie apparentemente “normali”, nelle quali si consumano in silenzio i drammi dell’incomprensione. di Giovanna D'Arbitrio