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19/11/24 ore

Trieste Film Festival 2015, When East Meets West (Europe)



di Vincenzo Basile

 

Giunta alla sua ventiseiesima edizione, la rassegna, diretta da Annamaria Percavassi e Fabrizio Grosoli avrà tra gli ospiti Krzysztof ZANUSSI, che terrà una masterclass e presenterà in anteprima italiana il suo ultimo film OBCE CIAŁO (Corpo erstraneo), un dramma psicologico che è anche uno sguardo sulla Polonia contemporanea.

 

Ad aprire il festival DVE ŽENŠČINY (Due donne), tratto da "Un mese in campagna" di Turgenev, della regista russa Vera Glagoleva e interpretato da Ralph Fiennes (Strange Days, Red Dragon, Grand Budapest Hotel). Nella Russia di metà Ottocento, nella tenuta di un ricco proprietario terriero, un amico di famiglia torna da un viaggio all'estero ma viene ignorato; tutti sono presi dal nuovo insegnante privato, recentemente assunto. Due donne, Natal'ja, moglie e madre devota e Vera, sua figliastra, sono sconvolte da un turbine di amore e gelosia.

 

Anche quest'anno i premi al Miglior lungometraggio, al Miglior cortometraggio e al Miglior documentario saranno attribuiti dal pubblico.



Al CONCORSO INTERNAZIONALE LUNGOMETRAGGI partecipano UROK (La lezione) dei registi bulgari Kristina Grozeva e Petar Valchanov, già premiato all’ultimo Festival di San Sebastian, che racconta di Nadežda, giovane insegnante che cerca di trasmettere ai suoi studenti i valori ai quali nella vita privata fatica suo malgrado a tenere fede, SIMINDIS KUNDZULI (L’isola del granturco) di George Ovashvili Grand Prix e Premio della Giuria Ecumenica al Festival di Karlovy Vary 2014, che si trova nella short list del miglior film straniero ai prossimi premi Oscar. Il fiume Inguri segna il confine tra la Georgia e la Repubblica di Abcasia le cui tensioni non si sono mai placate dalla guerra del 1992-93, e quando un vecchio contadino abcaso arriva su una delle isole...

 

 

VIKTORIA della bulgara Maya Vitkova, " una chiara indicazione di perdita del legame con la nostra parte più intima" presentato al Sundance Festival è la storia paradigmatica di una bambina nata senza cordone ombelicale.

 

VARVARI (Barbari) di Ivan Ikić, girato con attori non professionisti, ha ricevuto una menzione speciale all'ultimo Festival di Karlovy Vary; CESTA VEN (La via d’uscita) di Petr Václav, è sul futuro impossibile di una giovane donna Rom e il divario fra ricchi e poveri nella Repubblica Ceca; RISTTUULES (Dove s’incrociano i venti dell'estone Martti Helde, racconta di quando, nel 1941, decine di migliaia di persone in Estonia, Lettonia, Lituania, vennero deportate dalle loro case su ordine di Stalin, per epurare i Paesi Baltici. DREVO (L’albero) della slovena Sonja Prosenc, è la storia di un rifugio che si trasforma in prigione; KOSAC (Il mietitore) di Zvonimir Jurić, coproduzione Croato – Slovena, tratteggia un quadro cupo della Croazia, paese ancora bloccato e condizionato dalla guerra..

 

STO SPITI (A casa) del regista greco Athanasios Karanikounalas, infine, è una vicenda individuale che si staglia sullo sfondo della crisi economica ed ha vinto il Premio Ecumenico al Forum della Berlinale 2014.

 



Fra i 19 cortometraggi CORTOMETRAGGI selezionati c’è l'italiano LA BI CI di Giorgio Borgazzi ambientato in un hinterland milanese spettrale, ritratto spiazzante dell’Italia della crisi; dalla Serbia MARIJINA EPIZODA (L’episodio di Maria) di Sanja Živković di cui è protagonista Milena Dravic. DIVAN DAN ZA BANANARIBE (Un giorno ideale per i pescibanana) di Stefan Malešević, liberamente ispirato al racconto omonimo di J.D. Salinger su un reduce della guerra del Kosovo; dall’Ungheria A KIVÉGZÉS (L’esecuzione) di Petra Szőcs, dove tre bambini mettono in scena l’esecuzione del dittatore rumeno Ceausescu.

 

Anche quest'anno, si aggiunge una selezione di 11 cortometraggi di animazione provenienti dai paesi dell’area, fra i quali, dalla Polonia, HIPOPOTAMY (Ippopotami) di Piotr Dumała; dall’Italia LA VALIGIA di Pier Paolo Paganelli con la voce di Roberto Herlitzka, e TRII MELODII (Tre melodie) del grande regista russo Garri Bardin (Gadkij Utenok - Il brutto anatroccolo).

 

Il Concorso Internazionale DOCUMENTARI propone 9 opere tra le quali INTERNAT del regista siciliano trapiantato in Georgia Maurilio Mangano, che filma una riflessione sulla perdita forzata dei luoghi d'origine dei profughi georgiani della guerra d'Abcasia che risiedono nell'Internat (collegio), un’ex scuola occupata.

 

AL DOILEA JOC (La seconda partita), del rumeno Corneliu Porumboiu, presentato al Forum dell'ultimo festival di Berlino, racconta di un derby tra le due squadre di Bucarest, Steaua e Dinamo nell’88. Il padre del regista era l'arbitro e insieme riguardano la partita, 25 anni dopo.

 

 

GOLI (Isola Nuda) della regista croata Tiha K. Gudac è un'indagine costruita sulle rovine del passato, un mosaico di foto di famiglia e testimonianze intime di un gruppo di persone deportate nella stessa prigione politica della ex Jugoslavia conosciuta come "l'isola delle anime disperate" e sulle conseguenze che questo luogo ha lasciato su tre generazioni.

 

KÁIN GYERMEKEI (I figli di Caino) dell'ungherese Marcell Gerő narra di 3 ragazzi assassini, la cui storia era stata raccontata in un documentario del 1984 vietato dalla censura, che il regista va a cercare 30 anni dopo per scoprire segreti indicibili e un volto dell'Ungheria mai conosciuto prima.

 

CHICHO TONI, TRIMATA GLUPACI I DS (Zio Tony, i Tre Scemi e i servizi segreti) di Mina Mileva e Vesela Kazakova (Bulgaria) è la storia di un'epoca di spionaggio del regista di animazione Antoni Trayanov. KULLAKETRAJAD (Le filatrici d’oro) di Kiur Aarma e Hardi Volmer (produzione estone-finlandese) racconta la nascita, gli anni di gloria e la scomparsa dello studio cinematografico Eesti Reklaamfilm, l'unico a produrre pubblicità in Unione Sovietica.

 

PĂDUREA (La foresta), una coproduzione Romano – Serba diretta da Siniša Dragin, storia di spionaggio originata da un quadro (La foresta senza foglie) donato a Tito dal regime comunista rumeno nel 1947. Sulla vicenda un critico d'arte negli anni Sessanta intende scrivere una monografia, ma scoprirà imbarazzanti segreti.

 

SOMETHING BETTER TO COME (Qualcosa di meglio verrà) di Hanna Polak, segue per 20 anni la vita di Yula, che vive nella discarica più grande d'Europa, alla periferia di Mosca.

 

Infine, ZAMATOVÍ TERORISTI (Terroristi di velluto) di Pavol Pekarčík, Ivan Ostrochovský, Peter Kerekes in cui tre uomini impegnati nella resistenza armata contro il regime comunista in Cecoslovacchia, volevano diventare eroi.

 

 

Tra i documentari, anche 3 importanti eventi speciali fuori concorso.

 

DEN’ POBEDY (Il giorno della vittoria) di Alina Rudnickaja, primo film totalmente indipendente (e clandestino) girato in Russia sulla questione gay. Nel 2013 la Duma approva una legge contro l'omosessualità: mentre nelle strade sfila una parata militare, i personaggi sono chiusi nei loro appartamenti e raccontano di come la loro vita sia cambiata da quando la legge è in vigore. "Dopo gli ebrei e gli omosessuali", dice uno di loro, "quello che manca è una legge contro le streghe".

 

Da segnalare il lavoro collettivo EVROMAIDAN. CHORNOVY MONTAZH: un folto gruppo di giovani filmmaker ucraini affida il materiale girato al regista Roman Bondarchuk, che lo monta creando un potente e dettagliato reportage sulla rivolta ucraina.

 

Lo sloveno ŽIVETI KAMEN (Pietra viva ) di Jurij Gruden, storia profonda e intima sul legame che esiste fra gli uomini che vivono sul Carso;



Nella sezione ART & SOUND organizzata in collaborazione con SkyArte saranno proiettati: KONTRAPUNKT (Contrappunto) di Andrzej Papuziński sull'artista polacco Michał Bator diventato famoso nel campo dei manifesti artistici in Francia sin dagli anni '80; MAGICKÝ HLAS REBELKY (La magica voce di una ribelle) di Olga Sommerová, una delle più importanti documentariste ceche, su Marta Kubišová, la cantante che divenne simbolo di libertà nella Cecoslovacchia comunista; PEREKRESTOK (Incroci), di Anastasija Mirošničenko, incentrato sulla vita di un senzatetto che vive in una stazione ferroviaria e per oltre 20 anni ha dipinto immagini nelle strade della città di Gomel, in Bielorussia;

 

 

ROCKS IN MY POCKETS (Sassi nelle mie tasche) passato al festival di Karlovy Vary, della lettone Signe Baumane, tenta di raccontare in modo divertente, con tecniche d'animazione miste la sua vicenda personale e quella delle donne della sua famiglia nella loro battaglia con la malattia mentale.

 

V TICHU (In silenzio) di Zdeněk Jiráskýè una riflessione sull'incubo del dominio nazista in Slovacchia tra immagini reali, ricordi e fantasie, e sul potere della musica.

 

Infine ŽIVAN PRAVI PANK FESTIVAL(Živan fa un festival punk) di Ognjen Glavonić, il ritratto di Živan, che organizza un festival di musica punk nel suo piccolo villaggio in Serbia e ci rimette sempre, ma non demorde.

 

Sky Arte HD, sarà presente al Festival di Trieste con: PIERO CIAMPI-POETA, ANARCHICO, MUSICISTA e PROG REVOLUTION.

 

Il primo è un ritratto del cantautore livornese a trentacinque anni dalla sua scomparsa. Il cantautore Bobo Rondelli dà vita a un racconto intimo di Ciampi mentre cammina per le vie di Livorno, leggendo le sue interviste, le sue lettere d’amore, le poesie e le dichiarazioni rilasciate dal suo concittadino.

 

PROG REVOLUTION testimonia, attraverso i racconti dei protagonisti dell’epoca, la stagione d’oro del rock progressivo italiano. Tra di loro, Mauro Pagani, oggi compositore e produttore discografico con alle spalle una ventennale collaborazione con Fabrizio De Andrè e la PFM, Paolo Tòfani, che dopo l’esperienza con gli AREA ha seguito un percorso spirituale intenso e ininterrotto ed Eugenio Finardi che non ha mai perso la voglia di assecondare i movimenti di rinnovamento che lo hanno guidato sin dall’inizio della propria carriera. PFM e Bobo Rondelli saranno ospiti del festival.

 

La sezione SORPRESE DI GENERE ci porta ad allargare lo sguardo verso film locali trasformati in successi al box office. Come SZABADESÉS (Caduta libera) dell'ungherese György Pálfi: 6 storie grottesche (Premio speciale della giuria alla Miglior regia all’ultimo Festival di Karlovy Vary); la commedia SPOMENIK MAJKLU DŽEKSONU (Il monumento a Michael Jackson) di Darko Lungulov, ambientato in una decadente cittadina serba in cui vecchio monumento dell’epoca comunista viene rimosso dalla piazza e c'è chi pensa di sostituirlo con un altro dedicato a Michael Jackson; DIE WÄLDER SIND NOCH GRÜN (I boschi sono ancora verdi) di Marko Naberšnik, ambientata ai tempi della Prima Guerra Mondiale vista con lo sguardo dei nemici dell'Italia (l'ultima sequenza è girata nel museo di Caporetto, oggi Kobarid, in Slovenia).


Ultimo film di SORPRESE DI GENERE e film di chiusura del festival, MIASTO 44 (Varsavia 44) di Jan Komasa (Polonia), la più imponente produzione del cinema polacco del 2014, una storia di amore, amicizia e avventura durante la brutale e sanguinosa rivolta di Varsavia del 1944.

 

 

Tra le novità dell'edizione 2015 ci saranno le proiezioni dei film del LUX PRIZE.


Il Premio è nato nel 2007, a 50 anni dal Trattato di Roma, e viene assegnato annualmente dal Parlamento Europeo ad un film di produzione europea. Gli 87.000 euro assegnati al film vincitore sono destinati a sottotitolarlo in tutte le 23 lingue ufficiali dell'Unione Europea e produrne una copia in pellicola per ogni Stato membro.

 

Sarà possibile vedere al festival 8 dei 10 film selezionati dal comitato del Premio: tra gli altri, LE MERAVIGLIE di Alice Rohrwacher (Italia/Svizzera/Germania), TURIST-FORCE MAJEURE di Ruben Östlund (candidato al Golden Globe 2015 come miglior film straniero), BANDE DE FILLES di Céline Sciamma (Francia); FEHER ISTEN (White God) di Kornél Mundruczó (Ungheria/Germania/Svezia, vincitore a Cannes-Un Certain Regard) che sarà nelle sale italiane da febbraio; e IDA (Polonia/Danimarca), il film che si è aggiudicato nei giorni scorsi il Lux Prize 2014.

 

La storia della giovane orfana, diretta da Paweł Pawlikowski ha fatto incetta di premi, tra cui l'European Film Award come miglior film, miglior regista, miglior sceneggiatura e miglior fotografia e il premio FIPRESCI al festival di Toronto. IDA è candidato ai Golden Globe come miglior film straniero.

 

Il programma del Trieste Film Festival include numerosi EVENTI SPECIALI: TIGERS del premio Oscar Danis Tanović, incentrato su un giovane venditore che scopre i terribili effetti collaterali del latte in polvere che sta commerciando. L'acclamato PLEMYA (La tribù) di Myroslav Slaboshpytskiy che ha vinto il Gran Premio della Settimana della Critica al Festival di Cannes 2014.

 

LES PONTS DE SARAJEVO (I ponti di Sarajevo) è un film in cui 13 registi europei affrontano il tema di Sarajevo, di ciò che questa città ha rappresentato nella storia europea nel corso degli ultimi cento anni, e che rappresenta oggi in Europa. Tra loro, Jean-Luc Godard, Aida Begić, Sergej Loznica, Cristi Puiu, Teresa Villaverde e gli italiani Leonardo Di Costanzo, e Vincenzo Marra.

 

SEDMIKRÁSKY (Margheritine) è un omaggio del festival a Věra Chytilová (scomparsa nel marzo scorso) attraverso uno dei film chiave della Nová Vlna ceca. KAJ PA MOJCA? (Che ne pensi di Mojca?) di Urša Menart è un film sulle eroine, sul ruolo e la rappresentazione delle donne nel cinema sloveno, in una edizione del TsFF contraddistinta da una forte presenza del cinema sloveno.

 

 

L’italiano IL VIAGGIO DI MARCO CAVALLO di Erika Rossi e Giuseppe Tedeschi: Marco Cavallo, simbolo del desiderio di libertà e della lotta per i diritti di tutti gli internati, si rimette in viaggio attraverso gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari d'Italia. 13 giorni, 4418 km e 16 città per ricordare alla società che il folle che ha commesso un crimine, è anche un uomo bisognoso di cure.

 

Tra gli eventi collaterali: ARMONIE CONTRO IL GIORNO: IL CINEMA DI BÉLA TARR di Marco Grosoli, Gloria De Antoni e Oreste De Fornari, con la conversazione Angeli su Miramare e la performance PAVANA ZA ANTIGONO (Pavana per Antigone), un caleidoscopio di confessioni intime di un’artista, della slovena Hanna Preuss.

 

 


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