di Roberto Aliboni (da Affari Internazionali)
Nello scorcio di luglio Stati Uniti e Turchia si sono accordati per la costituzione di un’area di esclusione del sedicente Stato islamico (Is o Isis) alla frontiera turco-siriana.
di Marco Giuli (da Affari Internazionali)
Negli ultimi anni la massiccia estrazione di gas e petrolio di scisto negli Stati Uniti ha decisamente modificato il profilo energetico del Paese. La produzione dipetrolio è cresciuta del 54% fra il 2010 e il 2014, mentre quella di gas naturale del 21%, rendendo gli Usa il primo produttore mondiale di idrocarburi.
di Valeria Termini (da Affari Internazionali.it)
In questi giorni difficili e gravi per la tenuta dell’Unione europea (Ue), la fiducia tra i Paesi membri è cruciale per rimarginare le ferite, ricostruire un sentiero di coesione e avviare nuove tappe politiche nella crescita dell’Unione, senza le quali il progetto europeo rischia di implodere sotto la spinta di una frammentazione corrosiva.
Fra il 1995 e il 2009, l’anno prima dell’inizio della crisi, il reddito pro capite medio dei cittadini greci è salito dal 47 al 71 per cento di quello dei cittadini tedeschi. Un avvicinamento straordinario, in realtà reso possibile da una altrettanto straordinaria accumulazione di debito, non molto diversa dall’esperienza italiana degli anni 80 (fortunatamente meno drammatica), che infatti finì con la crisi del 1992. Fra il 2010 ed oggi il rapporto fra i due redditi pro capite è tornato al livello del 1995: una caduta molto dolorosa, che si era vista solo durante la Grande Depressione degli anni Trenta, tuttavia inevitabile perché la ricchezza non la si conquista indebitandosi. di Francesco Giavazzi (dal corriere.it)
Ad aumentare la confusione e gli equivoci, già tanto numerosi, della nostra cultura politica, collettivista e dirigista, frutto del ridicolo ed equivoco compromesso costituzionale del '48 che ha cercato di conciliare democrazia liberale, capitalismo e socialismo reale - allora molto di moda -, mancava solo un Papa ecologista e nemico della finanza, che è, poi, il fondamento del capitalismo (risparmi, banche e investimenti). di Piero Ostellino (da ilgiornale.it)
Il sedicente Stato Islamico avanza e fa paura, ma a preoccupare non sono solo i successi sul territorio. Il reclutamento dei foreign fighters rende l’Is un nemico dai contorni sempre più sfumati che arriva a lambire anche i confini di alcune aree delicate sotto il profilo politico e strategico. di Giovanna De Maio (da Affari Internazionali)
Anche se a far notizia è stata soprattutto l’avanzata del sedicente ‘Stato islamico’ sull’antica città di Palmira, non meno rilevante è la recente perdita della provincia di Idlib da parte del regime siriano. Questa è ora nelle mani di una variegata coalizione di ribelli ugualmente ostili a Damasco e all’autoproclamato Califfo. di Roberto Iannuzzi (da Affari Internazionali)
Prima il pool di dieci consiglieri incaricati da Padoa-Schioppa. Quindi, nel 2012, Enrico «mani di forbice» Bondi. Poi il ragioniere generale dello Stato Mario Canzi. Per arrivare al ministro Piero Giarda e quindi, con il governo di Enrico Letta, a Carlo Cottarelli. E infine a Yoram Gutgeld e Roberto Perotti, installati al timone della spending review da Matteo Renzi. Con un simile spiegamento di parole e di risorse umane, viene da domandarsi, chissà quali risultati saranno stati raggiunti. di Sergio Rizzo (da corriere.it)
di Michele Ainis (Corriere della Sera)
Più che la fiducia, ormai serve la fede. Un atto religioso, non politico. Un giuramento, non un voto. Ieri il governo ha chiesto (e ottenuto) la fiducia dai parlamentari; ma è come se l’avesse chiesta a tutti gli italiani, separando gli infedeli dai fedeli. È infatti questo il retroscritto della legge elettorale: non ne cambio più una virgola, nemmeno quella falsa clausola di salvaguardia che desterà non pochi grattacapi a Mattarella quando dovrà metterci una firma. Non lo faccio perché l’Italicum è già il meglio, perché non si può migliorare il meglio. E voi dovete crederci.
di Donatella Di Cesare (dal Corriere della Sera)
A stento la Brigata ebraica ha ottenuto diritto di cittadinanza nel corteo del 25 Aprile a Milano. In altre città, per esempio a Roma, ha rinunciato a sfilare. Perché era sabato; ma non solo. Eppure, nel giorno della Liberazione, le bandiere con lo scudo di David dovrebbero essere accolte con gioia, sollievo, soddisfazione — e più di un rammarico, guardando al passato. Dovrebbero essere il cuore del corteo, non una componente al margine che occorre addirittura difendere contro offese e insulti.
Se avete letto i giornali negli ultimi mesi, sapete probabilmente che a febbraio l'Egitto ha invaso la Libia, che il governo Renzi vuole depenalizzare il maltrattamento degli animali e che la corruzione costa all'Italia ben sessanta miliardi di euro ogni anno. Peccato che niente di tutto questo sia vero. di Francesco Costa (da ilsole24ore.com)