di Eleonora Ardemagni
(da affarinternazionali.it)
Il presidente Abdu Rabu Mansour Hadi ha lasciato lo Yemen per Riad, mentre i miliziani sciiti conquistavano l’aeroporto di Aden, città dove le istituzioni di transizione, riconosciute dalle Nazioni Unite, si sono trasferite dopo il golpe a Sana’a degli huthi, il movimento sciita (Ansarullah) appoggiato strumentalmente dall’ex presidente Ali Abdullah Saleh.
Una coalizione di dieci paesi arabi, guidata dall’Arabia Saudita e sostenuta dagli Stati Uniti (che forniscono appoggio logistico e di intelligence), ha avviato un campagna aerea (richiesta da Hadi) a difesa delle istituzioni riconosciute e contro obiettivi militari dei ribelli sciiti.
La crisi yemenita è precipitata in una manciata di giorni, dopo gli attacchi terroristici alle moschee della capitale e l’occupazione sciita di Taiz, terza città del paese, a prevalenza sunnita.
Partecipano all’intervento aereo cinque monarchie del Golfo (Arabia, Qatar, Emirati, Kuwait Bahrein) - tutte tranne l’Oman -, più Egitto, Giordania, Marocco, Sudan. Il Pakistan è in forse, mentre la Turchia sostiene politicamente l’attacco.
Quattro navi da guerra dell’Egitto sono entrate nel canale di Suez per proteggere il Golfo di Aden: chi controlla lo stretto del Babel-Mandeb condiziona gran parte dei flussi economici e petroliferi regionali. Riad e Il Cairo, con l’endorsment della Lega araba, discutevano da mesi della creazione di un’alleanza militare araba “multifunzione”: lo Yemen, insieme alla Libia, fonti di insicurezza comuni per sauditi ed egiziani, erano in testa alla lista dei possibili teatri operativi.
La logica securitaria che sottende l’intervento aereo in Yemen delle monarchie arabe più l’Egitto combacia con gli episodici bombardamenti egiziani ed emiratini contro le milizie islamiste in Libia; la sostanziale differenza fra i due scenari è, però, che intervenire a Sana’a significa aumentare il livello dello scontro indiretto con l’Iran. Non è un caso che i governi sciiti di Iraq e Siria, più gli Hezbollah libanesi, abbiano tuonato, insieme a Teheran, contro l’iniziativa saudita...
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