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24/02/25 ore

DIRITTI E LIBERTA'

Bahrein, condanna di Non c’è Pace senza Giustizia e Partito Radicale per il carcere al leader dell’opposizione Ibrahim Sharif

Il 24 febbraio una corte penale di Bahrain ha condannato Ibrahim Sharif, eminente leader dell’opposizione e ex-Segretario Generale del partito di sinistra laica Wa’ad, ad un anno di reclusione con l’accusa di “incitamento all’odio contro il regime”. Sharif era stato inoltre accusato di “incitamento volto al rovesciamento del governo con mezzi violenti”, ma la Corte ha respinto l’accusa.

Gaza: ex comandante di Hamas giustiziato per spionaggio

Il braccio armato di Hamas, che controlla la Striscia di Gaza, ha reso noto di aver giustiziato un suo ex comandante accusato di spionaggio a favore di Israele. "Le Brigate Al-Qassam annunciano che la pena di morte pronunciata contro il suo membro Mahmud Eshtawi è stata applicata oggi alle ore 16", ha detto l’organizzazione in un comunicato.

Gay raid, quando e dove lo Stato uccide. Il dossier di Nessuno tocchi Caino

Nel mondo, ci sono 75 Paesi membri dell’ONU e 3 Territori in cui gli atti sessuali tra persone dello stesso sesso sono ancora illegali (vedi allegato). Dal punto di vista geografico, con 34 Stati, l’Africa è il continente dove la criminalizzazione è più estesa, seguita dall’Asia con 25, dall’America Latina e Caraibi con 11 e dall’Oceania con 8.

Nessuno tocchi Caino: Italia ponga al presidente iraniano Rouhani questione diritti umani

In occasione della visita in Italia del presidente iraniano Hassan Rouhani il 25 e 26 gennaio, "i massimi rappresentanti dello Stato italiano hanno il compito di porre la questione del rispetto dei diritti umani universalmente riconosciuti": è quanto sollecita Nessuno tocchi Caino, che a Roma ha presentato un rapporto sulle esecuzioni e altri abusi dei diritti umani in Iran dal titolo "Il volto sorridente dei Mullah".

Giustizia per Cucchi, ma la gogna mediatica non ci piace

È sempre stato difficile, se non impossibile dal punto di vista umano, non sostenere la battaglia condotta da Ilaria Cucchi per giungere alla verità sulla morte di suo fratello Stefano. Non siamo medici, certo, né tantomeno seguaci della religione dell'uomo qualunque, secondo la quale chiunque detiene il diritto se non il dovere di esprimersi su qualsiasi argomento esistente pur non avendo le competenze necessarie per farlo; ma a prescindere dalle valutazioni di tipo medico, le foto che ritraggono il corpo del cadavere del 32enne geometra romano, con quegli evidenti lividi, ematomi e traumi fisici non presenti nelle foto scattate dalla polizia penitenziaria nel momento in cui Stefano ha fatto il suo arrivo nel carcere di Regina Coeli, esternano una realtà che lascia spazio a ben pochi dubbi.  di Ermes Antonucci