La Commissione petizioni dell'Unione Europea ha visitato il grande laghetto di Monti dell'Ortaccio, dove si vorrebbe veder galleggiare l'emergenza rifiuti di Roma per qualche altro anno. La missione europea rappresenta due aspetti ben chiari dell'emergenza rifiuti di Roma e del Lazio, giunta ormai al suo apice di paradossi e malapolitica: un primo aspetto è la vittoria dei comitati di cittadini, inascoltati dalle istituzioni e dalla struttura commissariale, che grazie a quattro petizioni inviate all'Ue (una su Malagrotta e ben tre su Monti dell'Ortaccio) hanno sensibilizzato la Commissione sull'argomento.
Il segretario della Cisl Raffaele Bonanni ha azzerato i vertici della Fit Cisl del Lazio, dopo lo scandalo dell’Ama rivelato dal Corriere della Sera. Secondo la testimonianza di un dipendente, la Cisl – sindacato dominante nella municipalizzata romana dei rifiuti – avrebbe messo in piedi un sistema di potere fondato su un tariffario per gli avanzamenti di carriera.
Talmente tuonò che piovve. Forse è possibile sintetizzare così gli sviluppi dell'affaire discarica a Roma, uno dei rebus più complessi di fronte a cui la città si sia mai trovata, non tanto per la complessità del problema rifiuti in sé, quanto piuttosto per l'acclarata inadeguatezza dimostrata della classe politica a tutti i livelli.
Il sistema di tasse legato ai rifiuti è uno dei noccioli del problema nell'intero Stivale: emergenze, trattamenti, impiantistica, sperpero, tutte voci che vanno dritte dritte a finire in quella maleodorante fattura che periodicamente i cittadini italiani ricevono a casa.
Per darne una valutazione compiuta bisognerà attendere le motivazioni; tuttavia, già così com’è, fa molto discutere la sentenza di primo grado del Tribunale dell’Aquila che ha condannato a sei anni, per lesioni colpose e omicidio colposo plurimo in seguito al terremoto, i membri della commissione Grandi Rischi in carica nel 2009.
Secondo la Corte di Cassazione i danni permanenti causati dall'abuso del cellulare giustificano l'assegnazione di una pensione di invalidità. A stabilirlo è la sentenza depositata lo scorso 12 ottobre dalla sezione del Lavoro in risposta al ricorso presentato dall'Inail dopo che, nel 2009, il tribunale di appello di Brescia aveva stabilito che Innocente Marcolini, ex manager bresciano che imputava all'uso eccessivo del cellulare per lavoro il tumore al nervo trigemino che ha compromesso irrevocabilmente il suo udito, aveva diritto proprio alla pensione d'invalidità.
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