La morte di Alexei Navalny in una prigione russa situata sul terreno permafrost (perennemente gelato) oltre il circolo polare artico è stata scioccante ma prevista. Nel mio primo articolo per MEMRI nel 2021, ho concluso che la probabilità che Navalny fosse prigioniero a vita (almeno durante la vita del presidente russo Vladimir Putin) superava di gran lunga la probabilità che diventasse presidente della Russia.[1] Questa morte – non la prima e certamente l’ultima nella Russia di Putin – è una buona occasione per affrontare la natura mutevole dell’attuale regime russo, che si è evoluto da un sistema politico apparentemente liberale in un ordine autoritario repressivo sotto la stessa persona – Vladimir Putin… Vladislav L. Inozemtsev* (da Memri)
Le informazioni sui presunti flussi di denaro riservati dal Qatar per Benjamin Netanyahu, in maniera un po’ sotterranea, circolavano già. Eppure dopo il 7 ottobre stanno assumendo una rilevanza diversa e l’aggiungersi di dettagli sempre più precisi non fa che aumentare la pressione sul primo ministro di Israele. «Questa vicenda inizia a diventare una tempesta politica», osserva Yigal Carmon, ex consigliere per l’antiterrorismo dei premier Yitzhak Rabin e Yitzhak Shamir. «Può portare alla caduta di Netanyahu»… di Federico Fubini (da Corriere della Sera)
Prima degli attacchi di Hamas del 7 ottobre, Israele sembrava essere in procinto di trovare un accordo di pace con i sauditi, grazie alla mediazione americana. Ma adesso, viene da chiedersi che impatto avrà la guerra a Gaza sui legami con i paesi arabi costruiti negli ultimi anni: ne usciranno intatti o compromessi? Ha provato a rispondere la giornalista e scrittrice italo-marocchina Anna Mahjar-Barducci: fondatrice nel 2006 a Roma dell’Associazione Arabi Democratici Liberali, negli anni ha collaborato con diverse testate italiane (Il Foglio, Il Riformista, Italia Oggi) e straniere (Haaretz, The Daily Star, Maroc Diplomatique). Da anni vive a Gerusalemme, dove è ricercatrice del MEMRI (Middle East Media Research Institute)... di Nathan Greppi (da Mosaico-Cem)
Dalla Roma di “Mafia capitale” alla Milano del “Consorzio” che avrebbe unificato le cosche storiche di cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra. Visioni di pubblici ministeri e direzioni antimafia che finiscono con il vedere metaforiche lupare ovunque, con un radar così ossessivamente puntato in una sola e univoca direzione, tanto da finire sconfessati dalle ordinanze e sentenze dei giudici… di Tiziana Maiolo (da il Dubbio)
Gli aiuti internazionali hanno un impatto disastroso sui paesi africani e perpetuano le dittature, che sono la principale causa dei problemi dell'Africa. di Anna Mahjar-Barducci (da Ynetnews)
Diciamo subito che sarebbe un errore inasprire le norme penali contro i vandali sia perché, come dimostra la procura di Padova con l’incriminazione di un gruppo di attivisti, le norme penali esistono già in abbondanza e sia perché una proposta di legge d’iniziativa del governo o del partito della Premier non costituisce uno strumento di deterrenza efficace. Anzi per i capi degli attivisti costituisce un riconoscimento esclusivo, l’attestato di essere interlocutori e perseguitati, una prima vittoria. Nel giro di pochi mesi, da sconosciuti sono diventati personaggi con un’agenda zeppa di impegni televisivi. E infatti, dichiarano soddisfatti che non si fermeranno, che non si spaventano e che sono pronti ad andare in galera come si conviene a chi comincia a credere davvero di essere il salvatore del pianeta. di Rosa Filippini (da l’Astrolabio Newsletter degli Amici della Terra)