In una lunga intervista con Aldo Cazzullo per il Corriere della Sera, Vasco Rossi ripercorre una parte della sua vita anche intima e familiare, i suoi percorsi, le sue passioni e tentazioni, la sua dimensione interiore che fa scoprire una sua passione per la filosofia.
Non manca di intervenire su alcuni temi che occupano l’agenda politica anche internazionale. Di seguito uno stralcio della sua intervista nella quale afferma che lo slogan Free Palestine è come «… un bello slogan, da anime belle; ma se implica la distruzione dello Stato di Israele, allora sarebbe più onesto dirlo…».
Appare evidente il suo riferimento alla Carta di Hamas che Agenzia Radicale ha pubblicato nell’ottobre 2023 (Chi crede ad Hamas difensore dei palestinesi? Ecco la carta del movimento terroristico che vuole lo sterminio di tutti gli ebrei), riproponendo in italiano il testo tradotto dall’arabo in inglese dall’Istituto di Ricerca Memri nel 2006.
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«Io rifiuto di schierarmi come se fosse una partita di calcio, Israele contro Palestina. Gli ebrei, dopo quello che hanno sofferto, hanno diritto a uno Stato. “Free Palestine” è un bello slogan, da anime belle; ma se implica la distruzione dello Stato di Israele, allora sarebbe più onesto dirlo. E alla distruzione di Israele io mi ribello…
«Io rifiuto di schierarmi come se fosse una partita di calcio, Israele contro Palestina. Gli ebrei, dopo quello che hanno sofferto, hanno diritto a uno Stato. “Free Palestine” è un bello slogan, da anime belle; ma se implica la distruzione dello Stato di Israele, allora sarebbe più onesto dirlo. E alla distruzione di Israele io mi ribello.
Leggo cose superficiali, in cui non mi riconosco; io sono semplice, non facile. Mi hanno dato del sionista, ma io non so neppure cosa voglia dire. So che se mettessi il like a “Palestina libera” mi amerebbero tutti; ma io non sono fatto così.
Se avessi voluto piacere a tutti, non avrei scritto “C’è chi dice no” o “Gli spari sopra”. Questo ovviamente non mi impedisce di piangere le vittime civili di Gaza, e di criticare i bombardamenti di Netanyahu, che è pure lui una specie di fascista».
Lei ha detto che i rivoluzionari da salotto non le sono mai piaciuti - gli domanda Cazzullo.
«Mai. Ricordo quelli di Potere operaio: erano tutti studenti; il pomeriggio giocavano alla rivoluzione, la sera tornavano a cena dalla mamma. A diciassette anni vuoi cambiare il mondo: anche io ci credevo, anche io ci ho provato. Poi ha capito che prima di cambiare il mondo dovevo cambiare me stesso. Anziché distruggere il sistema, dovevo creare il mio sistema. Poi certo i ragazzi che scendono in piazza li rispetto. A volte penso che hanno tutti ragione...».
da Corriere della Sera del 31 marzo 2024