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16/11/24 ore

Idv, Donadi chiede a Di Pietro di 'sbarbarsi'


  • Andrea Spinelli Barrile

Non c'è pace per l'Italia dei Valori, che tra scontri interni, addii eccellenti, paradossali indagini in corso, referendum propagandistici e solitudine politica, vive i giorni più foschi di sempre dalla creazione del partito.

 

L'ultimo "affare interno" emerso alle cronache è lo scontro su carta stampata tra il capogruppo alla Camera Massimo Donadi e il deputato pasionario Francesco Barbato. L'ennesimo pomo della discordia sarebbe il linguaggio, o meglio lo stile che l'"apolide interno" Barbato, come lo definisce lo stesso Di Pietro, ha dimostrato in Aula parlando dei governatori Formigoni e Scopelliti: "Concludo così, chiedendo un immediato intervento per normalizzare la Calabria. Normalizzare la Calabria significa eliminare immediatamente, prima ancora di Formigoni, lo stesso Scopelliti. Formigoni vuole ritornare in campo? Allora, i vari Formigoni e Scopelliti io li farei ritornare in campo, ma in un campo di concentramento!".

 

Si è trattata di una provocazione, come spiegato a posteriori dallo stesso Barbato, anche se di dubbio gusto, che ha fatto dire al capogruppo Idv Donadi che "la questione morale, il contrasto alla corruzione e all’illegalità non hanno nulla a che fare con l’inciviltà e la violenza verbale alle quali Barbato non è nuovo".

 

In una nota Donadi denuncia il fatto “di una gravità tale da mettere in gioco la stessa credibilità del partito Italia dei Valori”, rimettendo “nelle mani del presidente del partito Antonio Di pietro la risoluzione della questione che, giunti a questo punto, è di incompatibilità tra la presenza mia e quella di Barbato nel gruppo parlamentare di Italia dei Valori".

 

Un macigno sul partito, dalla cui segreteria non trapela nulla al momento, probabilmente nel tentativo di mettere l'ennesima toppa su un buco ormai troppo grande da coprire. Certamente, un eventuale addio di Donadi, che secondo Barbato "parla perché è con un piede nel Pd" (e nessuno che segua le vicende politiche ha dubbi in tal senso), sarebbe decisamente più compromettente di uno Scilipoti qualunque, per ruolo e peso politico all'interno del partito.

 

La dimostrazione di come la guida padronale dell'Idv sia ormai giunta ad una fase definitiva, dopo che il dibattito interno è stato sempre soffocato appiattendo il tutto sul parere di Di Pietro, arrivato a scontrarsi anche con il "delfino" Luigi de Magistris, è evidente non solo nei candidati imbarazzanti piazzati nelle istituzioni dal partito, ma anche nei trascorsi recenti del partito stesso.


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