In vista delle Primarie, nel centro sinistra curiosamente va in scena in scala ridotta lo stesso teatrino a cui si assiste sul piano generale per le elezioni politiche.
Ipotesi su candidature, alleanze più o meno fantastiche che si smontano il giorno dopo, Monti uno e Monti bis, governo delle larghe intese e non, Di Pietro, la foto di Vasto e quella del Palazzaccio, l’incubo Berlusconi e lo spauracchio di Grillo, Montezemolo e i Casini per l’Italia…: ogni giorno si susseguono e alternano nel dibattito politico nazionale fatti e personaggi mentre la legislatura volge al termine.
Il tutto è segnato dall’incertezza sulle regole del gioco, da cui poi dipendono davvero le sorti di questo o di quel candidato, di questa o di quell’altra alleanza più o meno velleitaria. Insomma, tutto è in fermento, a volte sterile, perché tutte le decisioni aspettano il varo probabile della nuova legge elettorale che potrebbe cambiare le carte in tavola.
Allo stesso modo nel Pd e più in generale a sinistra, si agitano le varie anime in pena. Dopo la candidatura di Renzi alle Primarie (di partito o di coalizione non è ancora chiarissimo), molti altri scalpitano. In tutto finora sono nove i potenziali candidati. Non ultimo, l’altro rottamatore della prima ora, Pippo Civati, che medita – come spiega a Repubblica - una candidatura forte e alternativa allo “scontro di leadership” senza idee chiare fra Bersani e il sindaco di Firenze.
Aspettando di capire cosa voglia fare l’ondivago Vendola che “cambia alleanza ogni settimana", in sostanza, Civati vuole “unire le energie in un progetto unitario che tenga insieme la sua esperienza e la sua proposta, quella di Boeri, Scalfarotto, Serracchiani e tanti altri che in questi anni si sono battuti sul campo, con fatica, sui temi".
Il primo passo è “occupyprimarie”: “per costruire il Pd e il centrosinistra. I temi politici ci sono tutti: primarie parlamentari, sistema elettorale, referendum, continuità a sinistra con Monti. E c'è il tema generazionale, che dobbiamo salvaguardare, perché Renzi rappresenta alcuni, non tutti. In più c'è l'idea di una cosa collettiva, perché non ci sono mica solo io. E ci sarebbero tanti altri, credo, che ora sono stati silenti".
Qualunque decisione in proposito resta tuttavia sospesa, perché "non si conosco ancora – precisa Civati - le regole di queste primarie, né tanto meno sappiamo quale sarà la legge elettorale che, secondo il modello che sarà scelto, potrebbe renderle inutili. Sto appunto cercando di capire…”. Lui, figuriamoci noi tutti.
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