Giovedì 13 ottobre Giovanna Martelli, deputata di Sinistra Italiana, ha illustrato in una conferenza stampa alla Camera il DDL da lei presentato per la istituzione di una commissione d'inchiesta che indaghi sul rapporto tra malaffare e violazioni dei diritti umani nei campi nomadi capitolini. Il testo prende le mosse dalla denuncia che Marco Pannella sporse nel giugno 2015 contro il Comune di Roma per discriminazione razziale, curata dall'avv. Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi, relatore alla conferenza stampa convocata dalla Martelli insieme alla presidente dell'associazione Laura Arconti, all'attivista e mediatore culturale Samir Alija e a chi scrive.
In video-intervento, Moni Ovadia ha espresso rammarico per non poter essere fisicamente presente e ha sostenuto a sua volta la proposta d'inchiesta parlamentare della Martelli, alla quale Laura Arconti ha detto che è radicale, benché non lo sappia: e in effetti non si può non riconoscere che, per usare le parole di Di Nanna, la deputata ha “salvato dall'oblio la denuncia di Pannella”.
Il DDL, nel proporre la istituzione della commissione, valorizza il testo di Pannella: mette infatti in luce come i Rom siano vessati e discriminati per via di chi specula sulla loro pelle. Il denaro dei contribuenti è stato utilizzato per segregare una minoranza etnico-culturale, ed è compito delle istituzioni, oltre che della Procura, indagare. Il razzismo, le violazioni dei diritti umani, le campagne di odio: tutto funzionale a un sistema di corruzione e malaffare. Lo stesso vale per le insostenibili condizioni di vita e il degrado che spingono spesso i residenti nei campi a una vita ai margini di una società che li respinge.
La situazione attuale nei campi nomadi romani è di assoluto sfacelo. Imputare la realtà odierna alla giunta Raggi sarebbe poco serio, benché qualcuno lo stia facendo nel tentativo di cavalcare l'onda mediatica; tuttavia, le contraddizioni della giunta vi sono e non sono poche in quanto, oltre al mancato ritiro dei bandi per campi nomadi e centri d'accoglienza voluti da Tronca, ha aggiunto un bando per la creazione di un nuovo “villaggio attrezzato” nella zona di Camping River, dove esiste già uno dei campi previsti a suo tempo dal catastrofico “piano nomadi” di Alemanno; come se non bastasse, lo sgombero del centro d'accoglienza di via Salaria bloccato dal commissario prefettizio in seguito a proteste e ricorsi al TAR per via della manifesta illegittimità è stato poi condotto dall'attuale giunta, con il plauso dei sedicenti rappresentanti delle solite associazioni.
Nel frattempo, l'assessore Laura Baldassarre ha promesso una delibera che dovrebbe essere pronta entro la fine di ottobre; tale atto sarebbe conforme, perlomeno nelle intenzioni con cui è stato annunciato, ai criteri e ai parametri previsti dalla Strategia nazionale d'inclusione, che contemplano quattro assi d'intervento (casa, lavoro, scuola, sanità) e il coinvolgimento istituzionale dei soggetti chiamati in causa, dai Comuni ai prefetti, passando per le associazioni e la rappresentanza Rom.
La battaglia per la calendarizzazione del DDL voluto dalla Martelli è ardua: anzitutto, vi sono gli interessi di tutti quei soggetti che non vogliono s'indaghi; poi bisogna aggiungervi i politici e le associazioni che, nonostante le promesse di facciata, non vogliono il “superamento dei campi”. Alla conferenza stampa, però, a cominciare da Samir Alija, c'erano giovani Rom che studiano, lavorano e sono stanchi di vivere in un campo solo per via del razzismo: queste persone hanno iniziato un cammino di consapevolezza irreversibile e oggi vogliono la verità sulle cause della discriminazione.
Per questo, come ricordato dal prof. Brazzoduro, l'obiettivo è il sostegno all'autodeterminazione del popolo Rom, ostacolata dai medesimi soggetti che hanno boicottato e censurato la denuncia di Pannella, il cui spirito è oggi restituito da una proposta che bisognerà lottare affinché sia approvata.
Gianni Carbotti e Camillo Maffia
(foto di Benjie Basili Morris)
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