A volte ritornano, si usa dire. Nel caso di Antonio Di Pietro in realtà si può dire che non se n’è andato mai del tutto. E' solo rimasto un po’ ai margini, dopo qualche scivolone personale e una batosta elettorale della sua Italia dei valori. In questi giorni, lo si è rivisto pimpante e saltellante fra un talk tv e l’altro, per rinverdire i fasti del passato e per dirci la sua sul sistema di corruttela che fu rispetto a ciò che è oggi, all’indomani dell’inchiesta abbattutasi sul ministero dei lavori pubblici. Tutto questo, fortuna del caso, proprio mentre si parla tanto di Mani Pulite con la messa in onda su Sky della fiction che ne fa la “storia”, vedremo quanto corrispondente alla realtà, pregiudizi pertinenti a parte.
Tutto comunque sembra coincidente e funzionale ai nuovi progetti politici dell’ex Pm. L’obiettivo è la poltrona di primo cittadino di Milano, da raggiungere contando magari sulla proverbiale assenza di memoria dell’italiano medio che già ha dimenticato, per esempio, chi fu l’artefice dell’ascesa di De Gregorio, Razzi e Scilipoti o quali furono le azioni disinvolte che lo misero in imbarazzo e in qualche modo alla gogna.
I garantisti a corrente alternata di questi giorni, in tempi di Lupi e Incalza, evocherebbero l’ormai già proverbiale “opportunità politica” di farsi da parte. Di Pietro, invece, ha preso la palla al balzo, cogliendo l’opportunità per rifarsi la verginità perduta.
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