Barbara Spinelli, Andrea Camilleri, Moni Ovadia e Adriano Prosperi saranno candidati nella lista di Tsipras alle prossime elezioni europee di maggio. Ma solo per finta: i quattro big della lista “L’altra Europa”, infatti, hanno già fatto sapere che se verranno eletti lasceranno il posto ad altri candidati “con maggiori energie e competenze”.
Tutto ciò, in fondo, non sorprende. Parlando della lista europea lanciata dai cosiddetti “intellettuali” di sinistra – da dieci anni sempre gli stessi, a dispetto di ogni forma di rinnovamento – e capitanata dal nuovo eroe Alexis Tsipras, leader del partito greco di estrema sinistra Syriza, avevamo già avuto modo di sottolineare le ragioni e le logiche di carattere mediatico-populista alla base dell’intero progetto politico.
Tsipras, che nulla di nuovo dice rispetto al trasversale sentimento eurocritico presente nel panorama partitico italiano, è solo l’ultimo dei feticci dell’eterno accrocco movimentista-giustizialista animato da Flores D’Arcais, Zagrebelsky e Co. Un ribelle sordo ai dettami della Troika e per di più proveniente dalla martoriata Grecia, vittima simbolo della feroce deriva austera dei governanti europei.
A condire il quadro di matrice micromeghiana ci pensa una celebrazione populista della “società civile”, con la promessa di una completa assenza di politici di professione nella lista elettorale.
Ora, dunque, veniamo a sapere che i quattro nomi – come scrive Repubblica – “di altissimo profilo intellettuale” saranno presenti direttamente sulla scheda elettorale, pronti a “raccogliere e rilanciare le lotte civili e sociali, di opinione e di piazza, che nel corso del ventennio berlusconiano, e di compromessi di potere tutt’altro che estinti, hanno tenuto alta la bandiera dei principi di giustizia e libertà della nostra Costituzione repubblicana, indicandola come la ‘via maestra’ da realizzare, anziché una carta obsoleta da calpestare”.
Ma nel solito mix di un mero antiberlusconismo (rivelatosi deleterio per la Sinistra) e di cieca apologia della Costituzione "più bella del mondo" – “Via Maestra”, non a caso, fu il nome dell’ultima contraddittoria manifestazione voluta dai “saggi” intellettuali lo scorso settembre – spicca l’avviso dei quattro candidati, che, dopo aver concesso la propria immagine alla lista, definiscono il lavoro quotidiano che li aspetterebbe in caso di elezione “al di sopra delle nostre forze”.
Insomma, i quattro big non solo fungeranno da semplice specchietto per le allodole, ma si tireranno immediatamente indietro una volta terminato lo spoglio elettorale, delegando tutti gli impicci pratici – il “lavoro sporco”, quello concreto e reale che segue la fase di mera campagna elettorale – a futuri ed ipotetici candidati con più “energie e competenze”. Una pronta via d’uscita, quindi, per dileguarsi in caso di (probabili) risultati da prefisso telefonico, e tornare alla vecchia e cara professione di “intellettuali di sinistra” a tempo pieno.
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