"Il Parlamento deve avere il senso di responsabilità necessario per dire che vuol fare innanzitutto un provvedimento di indulto" o dica chiaramente "che non è necessario" nonostante la sentenza della Corte di Strasburgo. Così il Presidente della Repubblica, a margine del convegno alla Sala Zuccari del Senato "La clemenza necessaria. Amnistia, indulto e riforma della giustizia", ha colto l’occasione per richiamare nuovamente il parlamento ai suoi doveri.
Preso atto probabilmente della missione impossibile Amnistia, Napolitano ha spostato il tiro in primo luogo sull’altro provvedimento “emergenziale” per mitigare il sovraffollamento delle carceri italiane, prendendo spunto da quanto affermato al convegno da Vladimiro Zagrebelsky.
Questi «ha sostenuto che l’indulto è la sola misura capace di ottemperare alle fortissime raccomandazioni e intimazioni della Corte di Strasburgo nei confronti dell’Italia». Quindi, secondo Giorgio Napolitano, «il Parlamento è assolutamente libero di fare le sue scelte», anche perché il messaggio alle Camere dello scorso ottobre non era «un prendere o lasciare».
Il Capo dello Stato ha spiegato con chiarezza che «il Parlamento deve avere il senso di responsabilità necessario per dire che vuol fare innanzitutto un provvedimento di indulto, necessario per ottemperare alla decisione della Corte di Strasburgo. Oppure - ha detto ancora il capo dello Stato - prendersi la responsabilità di considerarlo non necessario sapendo che c’è la scadenza del maggio 2104» per sanare i rilievi della Corte di Strasburgo all’Italia.
Anche la seconda carica dello Stato, Piero Grasso, intervenendo al convegno ha sottolineato la presenza nel nostro ordinamento di 'leggi definite "'carcerogene', perché creano nuovi reati e determinano altri condannati che poco senso ha tenere nei penitenziari piuttosto che in strutture diverse di sostegno''.
"Amnistia e indulto - ha spiegato il Presidente del Senato - sono provvedimenti rispetto ai quali il Parlamento italiano è sovrano in quanto si tratta di scelte che, per il loro rilievo istituzionale e il loro impatto sulla tutela dei diritti umani, devono sfuggire alle logiche maggioritarie che accompagnano l'ordinario procedimento legislativo".
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