Tanto atteso e richiesto da Marco Pannella, alla fine è arrivato il primo Messaggio alle Camere di Napolitano, da quando ricopre la carica di Presidente della Repubblica, su una “una questione scottante” che “va affrontata con concretezza-determinazione”, “in tempi stretti”.
"Sottopongo all'attenzione del Parlamento – scrive il Capo dello Stato - l'inderogabile necessità di porre fine ad uno stato di cose che ci rende corresponsabili delle violazione contestate all'Italia dalla Corte di Strasburgo. Esse si configurano come un'inammissibile allontanamento dai principi e dall'ordinamento si cui si basa l'integrazione europea”.
Ho dovuto mettere in evidenza - prosegue il Capo dello Stato - come la decisione della Corte di Strasburgo rappresenta la mortificante conferma della perdurante incapacità del sistema italiano di garantire i diritti elementari e la sollecitazione pressante ad imboccare una strada efficace. L'Italia - ricorda Napolitano - ha un anno per conformarsi" alla richiesta che arriva dalla Corte Europea. "Il termine annuale decorre da quanto il 28 maggio 2013 è stata respinta l'istanza presentata dall'Italia al fine di ottenere il riesame dalla sentenza: pertanto il termine scade il 20 maggio 2014".
"L'Italia - sottolinea Napolitano - viene a porsi in una condizione umiliante sul piano internazionale per violazione dei principi sul trattamento umano dei detenuti. Alle violazioni dei diritti umani nelle carceri "si aggiungono quelle sulla durata non ragionevole dei processi".
Il Presidente indica la strada della "depenalizzazione dei reati tra i possibili strumenti per combattere l'affollamento carcerario", unita alla istituzione di pene alternative. Tuttavia, nell’immediato occorrono “rimedi straordinari” quali l’amnistia e l’indulto…"l'effetto combinato dei due provvedimenti, un indulto per pene pari a 3 anni, e un'amnistia su reati" di non grave entità potrebbe ridurre significativamente la popolazione carceraria e consentire di "adempiere tempestivamente alle prescrizioni della comunità europea".
Giorgio Napolitano ha chiuso il messaggio confidando nella volontà degli "Onorevoli parlamentari” di “intendere … la natura delle questioni che l'Italia ha l'obbligo di affrontare per imperativi pronunciamenti europei. Si tratta di questioni e ragioni che attengono a quei livelli di civiltà e dignità che il nostro paese non può lasciar compromettere da ingiustificabili distorsioni e omissioni della politica carceraria e della politica per la giustizia".
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