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23/12/24 ore

Tra il dire e il non fare, il flop della Borsa in pochi mesi di “cambiamento”



“Il governo del dire”: l'editorialista del 'Corriere della Sera', Dario Di Vico, con twitt (oggi va così), meglio non poteva sintetizzare lo stato delle cose, dopo un'estate scivolata senza requie in un profluvio di parole contradditorie e confuse sul da farsi prossimo venturo, contratto alla mano e legge di bilancio alle porte. Poi ci si è messo anche il maledetto caso, con la tragedia di Genova, che ha accentuato un certo vizio di spararle a caso a cui la strana alleanza al potere ci aveva già abituato.

 

Tutto questo ha avuto qualche conseguenza negativa: in termini di fiducia e di incertezza su ciò che potrà attendere l'economia del Paese. In tal senso, il primo indicatore dell'umore che serpeggia ci arriva dai mercati finanziari, che come è noto, spesso anticipano le tendenze nel bene o nel male.

 

Si è detto a più riprese dello spread, in queste settimane sotto pressione, mentre gli indici azionari venivano scossi ancor più dal crollo del ponte e le ripercussioni sulla società concessionaria che fa capo ai Benetton, complice anche gli annunci di pancia di qualche ministro.

 

Tradotto in numeri, a Piazza Affari c'è stato un capovolgimento di fronte in tre mesi. Come riporta il Sole 24 Ore, la Borsa di Milano è passata “da essere maglia rosa a essere maglia nera sul mercato azionario continentale”. “Al 7 maggio 2018 il FTSE MIB poteva vantare un rialzo di quasi il 13% da inizio anno, in netto vantaggio rispetto agli altri listini europei, fermi a un +4,6 per cento.” Da quei massimi “l’indice ha perso il 16%, bruciando circa 80 miliardi di capitalizzazione”.

 

Niente male come inizio di Legislatura... (red.)

 

 


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