È finita – dice Beppe Grillo - l'epoca del Vaffa, resta più che mai quella delle parole a casaccio rimangiate al momento opportuno e secondo convenienza. Di questo il Movimento dalla doppia morale ci ha abituati e quindi non ci stupisce. Per questo gli sviluppi del caso di scuola Emanuele Dessì fa parte del come volevasi dimostrare...
Il candidato “picchiatore”, con amicizie pericolose e pure un po' scroccone, colto in fallo - era tra quelli che per espressa richiesta di Luigi Di Maio aveva “dichiarato la sua volontà di fare un passo indietro e ha rinunciato alla sua candidatura e ha rinunciato alla sua eventuale elezione in Parlamento”.
Si trattava ovviamente di una dichiarazione d'intenti a scopo elettorale, senza alcun fondamento o praticabilità concreta, come tante altre (si pensi alla lista dei ministri prima del voto), perché – ricorda ilpost.it - “la rinuncia alla candidatura di cui parlava Di Maio è un atto privo di alcun valore, e non è possibile obbligare qualcuno in anticipo a lasciare l’incarico da parlamentare". Tuttavia, Di Maio disse anche "che avrebbe personalmente denunciato per danno d’immagine del Movimento quei parlamentari che non si fossero dimessi”.
Intanto, il neoparlamentare Dessì “non ha né rinunciato all’elezione né è stato denunciato” e farà parte “senza alcun problema – dice il senatore Toninelli - del gruppo del Movimento al Senato. (red.)
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